al via Mercoledì 3 Ottobre il Sinodo su i Giovani

Con la Santa Messa di apertura in Piazza San Pietro comincia mercoledì il Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”: 25 giorni di lavoro fino al 28 ottobre. Questa mattina in Sala stampa Vaticana il cardinale Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei vescovi, ha aperto la presentazione dell’Assemblea, la XV, a cui prendono parte 266 Padri sinodali: Patriarchi, Arcivescovi Maggiori e Metropoliti, Capi dei Dicasteri della Curia Romana, membri eletti dalle Conferenze Episcopali e di nomina pontificia. (Tra loro si contano 50 Cardinali, 6 Patriarchi, 44 Arcivescovi, 10 Religiosi in rappresentanza dell’Unione dei Superiori Generali).
Tra gli altri partecipanti, 23 Esperti, e 49 Uditori e Uditrici: tra loro specialisti ed operatori della pastorale giovanile e 34 giovani tra 18 e 29 anni. Significativa sarà poi la presenza di otto Delegati Fraterni, rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali. Parteciperanno al Sinodo anche 2 vescovi cinesi invitati dal Papa, in conseguenza dell’accordo.
Gli scandali per gli abusi sessuali emersi in questo tempo, che colpiscono mente, cuore e immaginario, ha detto il cardinale Baldisseri rispondendo a una domanda sull’opportunità di un Sinodo, non sono un impedimento, piuttosto un’occasione per testare e far conoscere la Chiesa.
Il servizio di diffusione delle notizie relative ai lavori sinodali sarà curato dal Dicastero per la Comunicazione, presieduto dal suo prefetto, Paolo Ruffini. Attraverso le reti sociali (Twitter, Facebook e Instagram) di Vatican News e della Segreteria Generale del Sinodo dei vescovi, saranno “diffuse e condivise informazioni sull’andamento dei lavori sinodali”, attraverso l’utilizzo dell’hashtag #Synod2018 per tutte le lingue.
Il percorso sinodale sarà scandito da tre “unità di lavoro”, ciascuna di circa una settimana, collegata a una delle parti dell’Instrumentum laboris, la cui sequenza ripropone i passi di un processo di discernimento: “riconoscere”, “interpretare”, “scegliere”, ha spiegato il Card. Sérgio da Rocha, Relatore Generale. Tutta la prima settimana di lavoro, si affronterà la prima parte dell’Instrumentum Laboris, caratterizzata dal verbo “riconoscere”:
Card. Sérgio da Rocha: ci metteremo di fronte alla realtà non per un’analisi sociologica, ma con lo sguardo del discepolo, scrutando le orme e le tracce del passaggio del Signore con un atteggiamento aperto e accogliente. Per chi ha a cuore i giovani e desidera accompagnarli verso la vita in pienezza, è imprescindibile conoscere le realtà che essi vivono, a partire da quelle più dolorose come il disagio, la guerra, il carcere, le migrazioni e tutti gli altri tipi di emarginazione e di povertà.
È fondamentale che attraverso i Padri sinodali la freschezza e l’originalità di ogni contesto e di ogni terra possa recare il proprio contributo. molti giovani hanno vissuto situazioni che li portano ad affermare che è la Chiesa si è allontanata da loro, e lo dicono apertamente. Dovremo così chiederci: siamo comunità significativa per i giovani oggi?
Il compito dei padri sinodali sarà quindi soprattutto quello di essere disponibili all’azione di Dio in loro, per fare discernimento e aprirsi all’ascolto della voce dello Spirito.
Card. Sérgio da Rocha: Non c’è una “ricetta pronta” per accompagnare i giovani alla fede e alla pienezza di vita, né una “soluzione preconfezionata” alle tante questioni che l’ascolto presinodale ha sollevato. È così opportuno che come assemblea sinodale ci incamminiamo in una dinamica di discernimento.