Francesco: ‘Creiamo alleanza tra anziani e bambini’


“L’alleanza dei vecchi e dei bambini salverà la famiglia umana” se restituiremo ai piccoli, che devono “imparare a nascere”, “la tenera testimonianza di anziani che possiedono la saggezza del morire”. Le parole centrali del Papa all’udienza generale assumono una tenera plasticità quando, poco prima della fine, un bimbo biondo di pochi anni sale le scale dell’Aula Paolo VI e si avvicina a Francesco, rimanendo fermo accanto a lui fino alla fine. Il Papa gli chiede il nome e poi commenta tra gli applausi: “Nell’udienza parlavamo del dialogo tra vecchi e giovani, eh? Lu è stato coraggioso”. E aggiunge sorridendo: “E rimane tranquillo, eh?”.
I vecchi e la destinazione “alla vita che non muore più”
Francesco torna sul tema dell’alleanza tra generazioni nella catechesi, la 17.ma dedicata alla vecchiaia, che “rassicura sulla destinazione alla vita che non muore più”, ribadendo che la testimonianza degli anziani “per i bambini è credibile”, più di quella di giovani e adulti, perché la vecchiaia “tiene fermo l’orizzonte della nostra destinazione”, la vita eterna. Per questo “è doloroso e dannoso vedere che si concepiscono le età della vita come mondi separati, in competizione fra loro”.
L’immagine di un Dio vegliardo è biblica, nobile e tenera
In questo “intreccio dei simboli”, prosegue il Pontefice è proprio la vecchiaia che ci può aiutare a comprendere meglio “il legame di questa teofania con il ciclo della vita, il tempo della storia, la signoria di Dio per il mondo creato”. La visione “comunica un’impressione di vigore e di forza, di nobiltà, di bellezza e di fascino”. I capelli del vegliardo “però sono candidi: come la lana, come la neve. Come quelli di un vecchio”.
La chioma candida è il simbolo antico di un tempo lunghissimo, di un passato immemorabile, di una esistenza eterna. Non bisogna demitizzare tutto coi bambini: l’immagine di un Dio vegliardo con la chioma candida non è un simbolo sciocco, è un’immagine biblica, nobile e anche tenera.
La testimonianza più credibile, quella degli anziani ai bambini
La vecchiaia, chiarisce il Papa “incamminata verso un mondo in cui potrà finalmente irradiarsi” l’amore che Dio ha messo nella Creazione, “deve compiere questo gesto di Simeone e di Anna, prima del suo congedo”. Deve, prosegue, “rendere testimonianza ai bambini della loro benedizione” attraverso la loro iniziazione, bella e difficile, “al mistero di una destinazione alla vita che nessuno può annientare. Neppure la morte”. Dare ai bambini, aggiunge, “la realtà che hanno vissuto come testimonianza, dare il testimone. Noi vecchi siamo chiamati a questo, a dare il testimone, perché loro lo portino avanti”.
La testimonianza degli anziani è credibile per i bambini: i giovani e gli adulti non sono in grado di renderla così autentica, così tenera, così struggente, come possono fare gli anziani. Quando l’anziano benedice la vita che gliviene incontro, deponendo ogni risentimento per la vita che se ne va, è irresistibile. Non è amareggiato perché passa il tempo e lui sta per andarsene: no. È con quella gioia del buon vino, che si è fatto buono con gli anni.
Fonte: www.vaticannews.va