L’INCARNAZIONE PORTA LA SPERANZA

Con l’incarnazione del Figlio di Dio, la speranza è entrata nel mondo: lo ha ricordato il Papa all’udienza generale.
Citando Isaia, ha ricordato il senso del Natale: Dio adempie la promessa facendosi uomo; non abbandona il suo popolo, si avvicina fino a spogliarsi della sua divinità. In tal modo Dio dimostra la sua fedeltà e inaugura un Regno nuovo, che dona una nuova speranza all’umanità. E qual è questa speranza?: La vita eterna.
“ …il Natale di Cristo, inaugurando la redenzione, – ha detto il Papa – ci parla di una speranza diversa, una speranza affidabile, visibile e comprensibile, perché fondata su in Dio. Egli entra nel mondo e ci dona la forza di camminare con Lui – Dio cammina con noi in Gesù -, camminare con Lui verso la pienezza della vita; ci dà la forza di stare in maniera nuova nel presente, benché faticoso”.
“Questa speranza, che il Bambino di Betlemme ci dona, offre una meta, un destino buono al presente, la salvezza all’umanità, la beatitudine a chi si affida a Dio misericordioso. “
Ancora una volta poi il papa è tornato sul significato del presepio: “Nelle case dei cristiani, durante il tempo di Avvento, viene preparato il presepe, secondo la tradizione che risale a san Francesco d’Assisi. Nella sua semplicità, il presepe trasmette speranza; ognuno dei personaggi è immerso in questa atmosfera di speranza”.
Poi guardiamo Maria, Madre della speranza. Con il suo “sì” ha aperto a Dio la porta del nostro mondo: il suo cuore di ragazza era pieno di speranza, tutta animata dalla fede; e così Dio l’ha prescelta e lei ha creduto alla sua parola.
“Chi confida nelle proprie sicurezze, soprattutto materiali, non attende la salvezza da Dio. Ma mettiamoci questo in testa: le proprie (nostre) sicurezze non ci salveranno, soltanto la sicurezza che ci salva è quella della speranza in Dio, quella ci salva, quella forte. E quella ci fa camminare nella vita con gioia, con voglia di fare il bene, con voglia di diventare felice per tutta l’eternità.”.