NIGERIA: CREDENTI SOTTO ATTACCO

Kamikaze nelle moschee e nelle chiese cristiane, assalti e uccisioni di agricoltori, rapine a mano armata, rapimenti a scopo di estorsione. Si moltiplicano gli attacchi violenti in diverse zone della Nigeria, non solo al nord nello Stato di Borno, dove è attivo da tempo il gruppo jihadista nigeriano di Boko haram. Cristiani, musulmani, fedeli di religioni animiste vengono presi di mira indiscriminatamente. L’ultima strage è avvenuta ieri, 3 gennaio, in una moschea della città di Gamboru, nello Stato di Borno, in Nigeria. Secondo una prima stima della polizia nigeriana il bilancio è di almeno 14 vittime. E la moschea è stata completamente distrutta dall’esplosione. Da anni la Nigeria è senza pace. Ne abbiamo parlato con il card. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja.
In questi giorni è in atto una recrudescenza di attacchi terroristici. Come descrive questa situazione?
Provo una grande pena. C’è stata una grande speranza che il nuovo governo ci desse la possibilità di un Paese in pace, ma sono passati tre anni e siamo dove siamo. La grande maggioranza dei nigeriani sono già delusi, non hanno più fiducia nel governo. Tutti questi attacchi contro chiese, moschee, rapine a mano armata, rapimenti, dimostrano che abbiamo un governo non stabile e non in grado di garantire la sicurezza. Purtroppo non accettano l’esistenza del problema. Dobbiamo continuare ad aspettare ma non abbiamo alternative. La situazione è seria. Nel frattempo si cerca di sopravvivere, di proteggersi, di stare attenti.
Non solo i cristiani vengono attaccati, anche i musulmani. Quali precauzioni per provare a difendervi?
Sì ci tengo a ribadire che anche quando le chiese vengono attaccate non si può interpretare come un attacco di musulmani contro cristiani. Qui si tratta solo di fanatici, di criminali. Siamo tutti sotto attacco, cristiani, musulmani, gente di altre tribù. Tutti soffriamo a causa della scarsa sicurezza.
Negli ultimi tempi l’instabilità si è diffusa un po’ ovunque, non solo nello Stato di Borno.
C’è un’area generalizzata di disordini. Al nord si parla di Boko Haram ma ci sono gruppi criminali ovunque, non solo al Nord. Ci sono quelli che rapiscono le persone a scopo di estorsione. Ci sono gruppi che si armano per rivendicazioni etniche e tribali.
Il 17 dicembre Papa Francesco ha rivolto un appello per la liberazione delle sei religiose (tre suore e tre novizie) dell’Istituto Suore del Cuore Eucaristico di Cristo, rapite un mese e mezzo fa dal convento di Iguoriakhi. Si hanno notizie?
Non sappiamo nulla. Abbiamo chiesto alle forze dell’ordine, al governo della regione, perfino al presidente della Repubblica: non è possibile che sei persone spariscano nel nulla! Chiediamo a tutti di fare qualcosa. Continuiamo a pregare ma ci aspettiamo di più, soprattutto da parte delle forze dell’ordine.
Fonte: www.agensir.it