Papa Francesco all’Angelus: serve umiltà per incontrare il Signore

Per incontrare Dio non bisogna aspettarsi miracoli ma piuttosto fare “tanti salutari bagni di umiltà”. Lo ha affermato il Papa all’Angelus, commentando il Vangelo del giorno che racconta la prima predicazione di Gesù nel suo paese, Nazaret. Gesù – ha precisato Francesco – si presenta come non ce lo aspetteremo e quindi non lo trova chi cerca miracoli, sensazioni nuove, esperienze intime, e altre cose strane.
Lo trova, invece “chi accetta le sue vie e le sue sfide, senza lamentele, senza sospetti, senza critiche e musi lunghi. Gesù, in altre parole, ti chiede di accoglierlo nella realtà quotidiana che vivi; nella Chiesa di oggi, così com’è; in chi hai vicino ogni giorno”, “nella concretezza dei bisognosi”, “nei problemi della tua famiglia”.
Dunque – ha aggiunto il Papa – non serve pensare di sapere tutto di Gesù. Il rischio – ha proseguito – è di abituarci a Gesù, chiudendoci alle sue novità” e invece “noi dobbiamo uscire dall’essere fissi nelle nostre posizioni. Il Signore chiede una mente aperta e un cuore semplice” perché solo così si conserva “la capacità di sorprendersi”.
Nel dopo Angelus, Francesco ha ricordato l’odierna Giornata mondiale dei malati di lebbra e ha rivolto un augurio a quanti il primo febbraio festeggiano il Capodanno lunare. Prima di congedarsi un saluto particolare e un ringraziamento alla famiglia salesiana, alla vigilia della memoria di San Giovanni Bosco e un abbraccio ai ragazzi dell’Azione Cattolica di Roma presenti in piazza per la tradizionale Carovana della Pace sul tema ‘ricuciamo la pace’, culminata con il lancio di palloncini in segno di speranza.