Papa Francesco all’Angelus: “Dio ci chiama attraverso le nostre aspirazioni”

Al termine della Santa Messa dell’Epifania, Francesco si è spostato nel Palazzo Apostolico, dove, affacciato dalla finestra dello studio, ha recitato la preghiera dell’Angelus e condiviso la sua riflessione con i fedeli giunti in Piazza. Il Papa ripercorre quanto già pronunciato nell’Omelia, ricordando che i Magi siano noti per i doni che hanno fatto, ma innanzitutto siano stati loro a ricevere tre doni che riguardano anche noi.
“Il primo è il dono della chiamata. I Magi non l’hanno avvertita per aver letto la Scrittura o aver avuto una visione di Angeli, ma mentre studiavano gli astri. Questo ci dice una cosa importante: Dio ci chiama attraverso le nostre aspirazioni e i nostri desideri più grandi. I Magi si sono lasciati stupire e scomodare dalla novità della stella e si sono messi in cammino verso quello che non conoscevano”.
Il secondo è il dono del discernimento, ha poi sottolineato il Santo Padre. “Visto che cercavano un re – ha aggiunto – vanno a Gerusalemme a parlare con il re Erode, il quale è però un uomo assestato di potere e li vuole usare per eliminare il Messia, “ma i Magi non sono scemi, non si lasciano ingannare da Erode. Sanno distinguere tra la meta del percorso e le tentazioni che trovano sul cammino. Potevano restare lì, invece lasciano il palazzo di Erode e, attenti ai segnali di Dio, non vi passeranno più, ma torneranno da un’altra strada”.
Infine, il Pontefice ha evidenziato il terzo dono: la sorpresa. Giunti a Betlemme dopo un lungo viaggio, i Magi trovano un bambino con una mamma: “una scena certo tenera, ma non stupefacente! Non vedono gli angeli come i pastori, ma incontrano Dio nella povertà. Forse si aspettavano un mesa potente e prodigioso, e trovano un bimbo. Eppure non pensano di essersi sbagliati, sanno riconoscerlo. Accolgono la sorpresa di Dio e vivono con stupore l’incontro con Lui, adorandolo: nella piccolezza riconoscono il volto di Dio”.