Papa Francesco all’Angelus: la Fede è una cosa concreta

Esortazione di Papa Francesco domenica all’Angelus: in preparazione al Natale occorre darsi da fare per trasformare la fede in gesti concreti. “Prendiamo un impegno concreto, anche piccolo, che si adatti alla nostra situazione di vita, e portiamolo avanti per prepararci a questo Natale. Ad esempio: posso telefonare a quella persona sola, visitare quell’anziano o quel malato, fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso”.
La fede – ha sottolineato il Pontefice – si incarna nella vita di tutti i giorni: questo è il primo insegnamento del Vangelo. “Non è una teoria astratta, una teoria generalizzata, no, la fede tocca la carne e trasforma la vita di ciascuno. Pensiamo alla concretezza della nostra fede nostra. Io, la mia fede: è una cosa astratta o è concreta? La porto avanti nel servizio agli altri, nell’aiuto?”.
Guardare al prossimo, alla realtà così com’è, e scegliere di agire. Gli ambiti sono diversi e il Santo Padre ha voluto richiamarli nella terza domenica d’Avvento: “forse ho un perdono da chiedere o un perdono da dare, una situazione da chiarire, un debito da saldare. Magari ho trascurato la preghiera e dopo tanto tempo è ora di accostarmi al perdono del Signore. Fratelli e sorelle, troviamo una cosa concreta e facciamola! Ci aiuti la Madonna, nel cui grembo Dio si è fatto carne”.
Al termine dell’Angelus il Papa ha espresso numerose preghiere. Il primo pensiero è andato all’Ucraina, a tutte le sue chiese e a tutto il suo popolo, affinché le tensioni nel paese vengano risolte attraverso il dialogo e non attraverso le armi. “A me addolora tanto la statistica che ho letto, l’ultima: in quest’anno sono state fatte più armi dell’anno scorso. Le armi non sono la strada. Che questo Natale del Signore porti all’Ucraina la pace!”.
A seguire un lungo saluto in spagnolo, che il Papa ha rivolto alle comunità del Continente americano e delle Filippine riunite per la preghiera del Rosario in Piazza San Pietro, nel giorno della Festa della Beata Vergine di Guadalupe apparsa in Messico nel 1531. “Viva la Vergine di Guadalupe”, ha scandito Francesco ricordando l’attuale difficoltà di tanti Paesi a fronte della quale – ha detto – serve “conversione e rinnovamento” sociale ed ecclesiale.
Dopo aver incoraggiato ad aderire alla campagna globale denominata ‘Insieme noi’, fondata sulla promozione della cura del creato e dei poveri, Francesco ha rivolto un appello speciale alla Caritas Internationalis. “Cari amici, continuate il vostro lavoro di snellire l’organizzazione, perché i soldi non vadano all’organizzazione ma ai poveri. Snellite bene questa organizzazione”.