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Papa Francesco: la Parola ci fa vicini a Dio

Nella mattinata di oggi, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa in occasione della IIIª Giornata della Parola di Dio, da lui stesso istituita nella Terza Domenica del Tempo Ordinario, con il motu proprio Aperuit Illis del 30 settembre 2019. Nel corso della Celebrazione, il Pontefice ha conferito il Ministero del Lettorato a 2 uomini e 6 donne ed il Ministero del Catechista, con un rito approvato ad experimentum e valido solo per quest’occasione, a 5 uomini e 3 donne.

Commentando un passo del profeta Isaia – spiega Francesco nell’Omelia – Gesù annuncia di essere venuto “per la liberazione dei poveri e degli oppressi, e proprio attraverso le Scritture ci svela il volto di Dio”, che non è un “padrone arroccato nei cieli”, ma il “Dio-con-noi”, che “si appassiona alla nostra vita” e si prende cura di tutti, “con quella vicinanza che è compassionevole e tenera, vuole sollevarti dai pesi che ti schiacciano, vuole riscaldare il freddo dei tuoi inverni, vuole illuminare le tue giornate oscure, vuole sostenere i tuoi passi incerti. E lo fa con la sua Parola, con la quale ti parla per riaccendere la speranza dentro le ceneri, dentro le ceneri delle tue paure, per farti ritrovare la gioia nei labirinti delle tue tristezze, per riempire di speranza l’amarezza delle solitudini”.

Il Pontefice pone dunque una serie di interrogativi che tutti dovrebbero farsi: “Portiamo dentro al cuore questa immagine” di un “Dio vicino, di un Dio compassionevole? Oppure lo pensiamo come un giudice rigoroso, un rigido doganiere della nostra vita?”. Francesco evidenzia, dunque, come sia la Parola di Dio a rivelare le risposte, perché “ci libera dalle paure e dai nostri preconcetti su di Lui, che spengono la gioia della fede”. “La Parola abbatte i falsi idoli, smaschera le nostre proiezioni, distrugge le rappresentazioni troppo umane di Dio e ci riporta al suo volto vero, alla sua misericordia. La Parola di Dio nutre e rinnova la fede: rimettiamola al centro della preghiera e della vita spirituale! Al centro la Parola che ci rivela come è Dio. La Parola che ci fa vicini a Dio”.

C’è poi l’azione che scaturisce dalla Parola di Dio: quella dell’andare incontro ai poveri di Gesù, che, infatti, “è sceso sulle strade del mondo” per incontrare “l’umanità ferita ed accarezzare i volti scavati dalla sofferenza”. Il Santo Padre precisa come “prendersi cura del prossimo” sia il culto più gradito a Dio. “Nel momento dove nella Chiesa ci sono le tentazioni della rigidità, che è una perversione, e si crede che trovare Dio è diventare più rigido, più rigido, con più norme, le cose giuste, le cose chiare … Non è così. Quando noi vedremo proposte rigide, di rigidità, pensiamo subito: questo è un idolo, non è Dio. Il nostro Dio non è così”.

Giungendo al termine della sua Omelia, il Papa ha richiamato il compito di lettori e catechisti: “essere annunciatori credibili, profeti della Parola nel mondo. Perciò appassioniamoci alla Sacra Scrittura, lasciamoci scavare dentro dalla Parola, che svela la novità di Dio e porta ad amare gli altri senza stancarsi. Rimettiamo la Parola di Dio al centro della pastorale e della vita della Chiesa!”

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