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Papa Francesco: “L’esclusione dei migranti è un atto criminale”

Erano circa 50mila i fedeli presenti in una Piazza San Pietro addobbata a festa per la Santa Messa di Canonizzazione dei Beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti.

Papa Francesco nell’omelia si è soffermato su due aspetti: camminare insieme e ringraziare. Lo ha fatto commentando il brano del Vangelo di Luca, che racconta la guarigione di dieci lebbrosi e l’unico ringraziamento che si leva è quello del samaritano. “Non esiste nessuna distinzione – ha sottolineato il Pontefice – tra lui, considerato un eretico dagli ebrei, e gli altri nove”. I malati di lebbra camminano insieme, manifestando il loro grido nei confronti di una società che li esclude. “Ho paura – è il timore espresso dal Santo Padre – quando vedo comunità cristiane che dividono il mondo in buoni e cattivi”.

A braccio, Francesco ha quindi espresso un pensiero dal retrogusto amaro sui migranti. “Oggi, nel giorno che Scalabrini diventa santo, vorrei pensare ai migranti. È scandalosa l’esclusione dei migranti. Anzi: l’esclusione dei migranti è criminale, li fa morire davanti a noi. E così, oggi abbiamo il Mediterraneo che è il cimitero più grande del mondo. L’esclusione dei migranti è schifosa, è peccaminosa, è criminale. Non aprire le porte a chi ha bisogno … No, non li escludiamo: li mandiamo via, ai lager, dove sono sfruttati e venduti come schiavi. Fratelli e sorelle, oggi pensiamo ai nostri migranti, quelli che muoiono. E quelli che sono capaci di entrare, li riceviamo come fratelli o li sfruttiamo?”.

Nell’ultima parte dell’omelia, il Papa ha ricordato alcuni tratti dei due nuovi Santi: “Il Vescovo Scalabrini, che fondò due Congregazioni per la cura dei migranti, una maschile e una femminile, affermava che nel comune camminare di coloro che emigrano non bisogna vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza”. “C’è una migrazione, in questo momento, qui in Europa, soprattutto, che ci fa soffrire tanto e ci muove ad aprire il cuore: la migrazione degli ucraini che fuggono dalla guerra. Non dimentichiamo oggi la martoriata Ucraina! Scalabrini guardava oltre, guardava avanti, verso un mondo e una Chiesa senza barriere, senza stranieri”.

Infine, il pensiero di Francesco è andato a San Artemide Zatti, coadiutore salesiano in argentina, che donò la sua vita al servizio dei malati. “Il fratello salesiano, con la sua bicicletta, è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la sua vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza. Si racconta di averlo visto caricarsi sulle spalli il corpo morto di uno dei suoi ammalati. Pieno di gratitudine per quanto aveva ricevuto, volle dire il suo “grazie” facendosi carico delle ferite degli altri”.

Al termine della Santa Messa, prima della recita della preghiera dell’Angelus, Francesco ha ringraziato i fedeli giunti a Roma per e Canonizzazioni, ma si è poi soffermato anche sulla Beatificazione di Maria Costanza Panas, monaca clarissa cappuccina, innalzata agli onori degli altari nella giornata di domenica a Fabriano, nella Marche: “Accoglieva quanti bussavano al monastero infondendo in tutti serenità e fiducia. Negli ultimi anni, gravemente inferma, offrì le sue sofferenze per il Concilio Vaticano II, di cui ricorre dopodomani il 50° di apertura. La Beata Maria Costanza ci aiuti ad essere sempre fiduciosi in Dio e accoglienti verso il prossimo”.

Il Pontefice, continuando a parlare del 60° anniversario del Concilio Vaticano II, ha fatto riferimento al rischio di una guerra nucleare: “Non possiamo dimenticare il pericolo di guerra nucleare che proprio allora minacciava il mondo. Perché non imparare dalla storia? Anche in quel momento c’erano conflitti e grandi tensioni, ma si scelse la via pacifica”.

Francesco ha voluto anche esprimere una preghiera per le 174 vittime che hanno perso la vita negli scontri avvenuti presso lo Stadio di Malang in Tailandia. “Assicuro la mia preghiera per le vittime del folle atto di violenza avvenuto tre giorni fa in Tailandia. Con commozione affido al Padre della vita, in particolare, i piccoli bambini e le loro famiglie”.

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