Papa Francesco all’Angelus: “Si apra un tempo di pace”

Domenica, al termine della preghiera mariana dell’Angelus, Papa Francesco ha ricordato tutte le guerre e le situazioni di violenza sparse per il globo, esprimendo un pensiero di vicinanza ed una preghiera per quanti soffrono.
Il pensiero del Pontefice “va in particolare al Myanmar, dove è stata incendiata la chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione nel villaggio di Chan Thar, uno dei luoghi di culto più antichi e importanti del Paese. Sono vicino all’inerme popolazione civile, che in molte città è sottoposta a dura prova. Voglia Iddio che finisca presto questo conflitto e si apra un tempo nuovo di perdono, di amore e di pace”.
Il dialogo come via per la risoluzione del conflitto tra le parti in Perù: è quanto ha auspicato il Santo Padre facendo suo l’appello dei vescovi del paese sudamericano, che hanno ribadito il loro no alla violenza. “Invito a pregare perché cessino gli atti di violenza in Perù. La violenza spegne la speranza di una giusta soluzione dei problemi. Incoraggio tutte le parti coinvolte a intraprendere la via del dialogo tra fratelli della stessa nazione, nel pieno rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Mi unisco ai Vescovi peruviani nel dire: ¡No a la violencia, venga de donde venga! ¡No más muertes!“
Francesco si è poi soffermato sui passi in avanti che si stanno registrando in Camerun. “Segnali positivi”, che fanno sperare in una risoluzione del conflitto delle regioni anglofone. L’incoraggiamento del Papa è rivolto a “tutte le parti firmatarie dell’Accordo” perché si possa “perseverare nella via del dialogo e della comprensione reciproca, perché solo nell’incontro si può progettare il futuro”.
Non manca poi una preghiera e una richiesta di pace per l’Ucraina, a quasi 11 mesi dall’inizio del conflitto: “In questi giorni, mentre preghiamo in particolare per la piena unità di tutti i cristiani, non dimentichiamo, per favore, di invocare la pace per la martoriata Ucraina: il Signore conforti e sostenga quel popolo che soffre tanto! Soffre tanto!”.
Il Papa ha anche esortato, in occasione della Domenica della Parola di Dio, a riscoprire con stupore che Dio ci parla attraverso le Scritture. “Ogni giorno leggiamo un brano della Bibbia, specialmente del Vangelo: lì Gesù ci parla, ci illumina, ci guida. E vi ricordo quello che ho detto altre volte: abbiate un piccolo Vangelo, un Vangelo tascabile, per portarlo nella borsa, sempre con noi; e quando c’è un momento durante la giornata, leggere qualcosa del Vangelo. È Gesù che ci accompagna. Un piccolo Vangelo tascabile, sempre con noi”.
Precedentemente, nel corso della catechesi, Francesco aveva sottolineato come nella vita di ciascun uomo e di ciascuna donna il momento della chiamata di Gesù – “Seguitemi!” – diviene decisivo. “Con Gesù è sempre così: si può cominciare in qualche modo ad avvertire il suo fascino, magari grazie ad altri”.
Il Pontefice ha evidenziato questo concetto, commentando il Vangelo della Terza Domenica del Tempo Ordinario affacciato dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico: “Prima o poi arriva il momento in cui è necessario lasciare tutto per seguirlo (cfr. Lc 11, 27-28). Lì si deve decidere: lascio alcune certezze e parto per una nuova avventura, oppure rimango dove sono? È un momento decisivo per ogni cristiano, perché qui si gioca il senso di tutto il resto”.
Il coraggio di lasciare e di mettersi in cammino è quanto è richiesto per stare accanto a Gesù. “Che cosa dobbiamo lasciare? Certamente i nostri vizi e i nostri peccati, che sono come ancore che ci bloccano a riva e ci impediscono di prendere il largo. Ma occorre lasciare anche ciò che ci trattiene dal vivere pienamente, come le paure, i calcoli egoistici, le garanzie per restare al sicuro vivendo al ribasso”. Francesco ha quindi esortato i fedeli a rinunciare al tempio speso dietro cose inutili per scoprire la bellezza del tempo speso nel servizio al prossimo o nella preghiera per crescere nell’amicizia con Gesù.