Papa Francesco all’Udienza Generale: “Dialogando con il Signore, impariamo a capire cosa vogliamo”

All’Udienza Generale di questa mattina, Papa Francesco ha proseguito il ciclo di catechesi sul tema del discernimento, incentrando la sua riflessione sull’elemento del desiderio. “Il discernimento – ha affermato il Pontefice – è una forma di ricerca, che nasce da qualcosa che ci manca, ma che in qualche modo conosciamo”. “La parola italiana viene da un termine latino molto bello, questo è curioso: de-sidus, letteralmente ‘la mancanza della stella’”, ovvero la “mancanza del punto di riferimento che orienta il cammino della vita”. Essa, infatti, “evoca una sofferenza, una carenza, e nello stesso tempo una tensione per raggiungere il bene che ci manca. Il desiderio allora è la bussola per capire dove mi trovo e dove sto andando, anzi è la bussola per capire se sto fermo o se sto andando”.
Il Papa ha spiegato come il desiderio sia qualcosa di profondo che resiste di fronte alle difficoltà e agli ostacoli, facendo l’esempio di quando una persona ha sete: se non trova dell’acqua non rinuncia di certo a cercarla. Il Pontefice ha poi fatto notare come “Gesù, prima di compiere un miracolo, interroghi la persona sul suo desiderio”. Come ha fatto con il paralitico della piscina di Benzatà, al ha chiesto «Vuoi guarire?». La domanda di Gesù è “un invito a fare chiarezza nel proprio cuore, per accogliere un possibile salto di qualità”.
L’uomo, però, non sembra essere così convinto. “Dialogando con il Signore, impariamo a capire che cosa veramente vogliamo dalla nostra vita. Questo paralitico è l’esempio tipico delle persone: ‘Sì, sì, voglio, voglio’, ma non faccio nulla. È brutto questo”. L’ammalato è da 38 anni nello stesso posto e continua a lamentarsi: “Sai Signore, quando le acque si muovono – che è il momento del miracolo – viene qualcuno più forte di me, entra e io arrivo in ritardo, e si lamenta e si lamenta”.
Francesco ha dunque messo in guardia i fedeli di come questo atteggiamento sia un veleno dell’anima. “State attenti che le lamentele sono un veleno all’anima e alla vita, perché non ti fanno crescere il desiderio di andare avanti. State attenti con le lamentele. Quando si lamentano in famiglia, si lamentano i coniugi, si lamentano uno dell’altro, i figli del papà o i preti del vescovo o i vescovi di tante altre cose… No, se voi vi ritrovate a lamentarvi, state attenti, è quasi peccato”.
Il Papa guarda al momento storico in cui viviamo, facendo notare come favorisca la libertà di scelta, ma nello stesso tempo atrofizzi il desiderio, riducendolo a qualcosa di momentaneo. “Molte persone soffrono perché non sanno che cosa vogliono dalla propria vita; probabilmente non hanno mai preso contatto con il loro desiderio profondo. Da qui il rischio di trascorrere l’esistenza tra tentativi ed espedienti di vario tipo, senza mai arrivare da nessuna parte, e sciupando opportunità preziose”.
Al termine della catechesi, Francesco ha rivolto un nuovo appello per la fine del conflitto in Ucraina: “In questi giorni il mio cuore è sempre rivolto al popolo ucraino, specialmente agli abitanti delle località sulle quali si sono accaniti i bombardamenti”. “Porto il loro dolore nel mio cuore”, ha proseguito il Santo Padre, che ha affidato questa popolazione martoriata dal conflitto al Signore. “Egli sempre ascolta il grido dei poveri che lo invocano: possa il suo Spirito trasformare i cuori di quanti hanno in mano le sorti della guerra, perché cessi l’uragano della violenza e si possa ricostruire una convivenza pacifica nella giustizia”.
In questo momento storico in cui aleggia il rischio di un conflitto atomico, il Pontefice, nei saluti ai fedeli di lingua italiana, ha ricordato l’impegno di San Giovanni XXIII per la pace nel mondo, a 60 anni di distanza dall’apertura del Concilio Vaticano II, avvenuta l’11 ottobre del 1962. Il Papa bergamasco, infatti, si mise al servizio della pace in un frangente storico delicato: la crisi dei missili di Cuba, che portò l’umanità sull’orlo della terza guerra mondiale. “Ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica di San Giovanni XXIII, che servì con esemplare dedizione Cristo e la Chiesa, adoperandosi con sollecitudine per la salvezza delle anime e per la pace nel mondo. La sua protezione aiuti tutti voi nello sforzo di sincera fedeltà a Cristo e vi sostenga nelle quotidiane fatiche”.