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Papa Francesco all’Udienza generale: San Giuseppe sia guida per la Chiesa

All’Udienza generale in Aula Paolo VI, Papa Francesco  inizia un nuovo ciclo di catechesi incentrato sulla figura di San Giuseppe, che in questo periodo storico “segnato da una crisi globale” può esserci “di sostegno, di conforto e di guida”. Il ciclo si inserisce nell’anno speciale dedicato allo sposo di Maria, a 150 anni dalla sua proclamazione a Patrono della Chiesa Universale.

In questa prima catechesi, il Pontefice si sofferma sul contesto in cui è vissuto Giuseppe, nome che in ebraico significa: “Dio accresca, Dio faccia crescere”. Ed è questo, evidenzia il Papa, un tratto essenziale della personalità di Giuseppe di Nazareth. “Egli è un uomo pieno di fede nella sua provvidenza: crede nella provvidenza di Dio, ha fede nella provvidenza di Dio. Ogni sua azione narrata dal Vangelo è dettata dalla certezza che Dio fa crescere, che Dio aumenta, che Dio aggiunge, cioè che Dio provvede a mandare avanti il suo disegno di salvezza”.

La figura di Giuseppe può essere compresa guardando a Nazareth ed a Betlemme, che significa ‘casa del pane’ in ebraico e ‘casa della carne’ in arabo. “Questa allusioni al pane e alla carne – evidenzia Francesco – rimandano al mistero eucaristico: Gesù è il pane vivo disceso dal cielo”. E proprio Betlemme, che il profeta Michea definisce “così piccola per essere tra i capoluoghi di Giuda”, è scelta dal Figlio di Dio, con Nazareth come luogo della sua incarnazione. “Gesù non nacque a Gerusalemme con tutta la corte – ribadisce il Papa -, ma nacque in una periferia”, dove ha vissuto fino ai 30 anni “facendo il falegname, come Giuseppe. Per Gesù, le periferie e le marginalità sono predilette”.

È Gesù ad andare alla ricerca dei peccatori, per parlare con loro e chiamarli alla conversione, ma “va anche a cercare coloro che il male lo hanno subito, come i malati, i poveri e gli ultimi”. Da questo punto di vista – prosegue il Pontefice – “la società di allora non è molto diversa dalla nostra. Anche oggi esistono un centro ed una periferia, e la Chiesa è chiamata ad annunciare la buona novella del Signore a partire dalle periferie”. Lo sposo di Maria “ricorda a ciascuno di noi di dare importanza a ciò che gli altri scartano. In questo senso è davvero un maestro dell’essenziale: ci ricorda che ciò che davvero vale non attira la nostra attenzione, ma esige un paziente discernimento per essere scoperto e valorizzato. Chiediamo a lui di intercedere affinché tutta la Chiesa recuperi questo sguardo, questa capacità di discernere e valutare l’essenziale”.

Il Santo Padre conclude l’udienza con un messaggio di speranza, perché coloro che vivono in “situazioni di marginalità esistenziale” possano trovare in San Giuseppe “il testimone ed il protettore a cui guardare”. Poi, offre una preghiera, “fatta in casa, ma uscita dal cuore”, con la quale pregare al padre putativo di Gesù.

San Giuseppe, tu che sempre ti sei fidato di Dio, e hai fatto le tue scelte guidato dalla sua provvidenza, insegnaci a non contare tanto sui nostri progetti, ma sul suo disegno di amore. Tu che vieni dalle periferie, aiutaci a convertire il nostro sguardo e a preferire ciò che il mondo scarta e mette ai margini. Conforta chi si sente solo e sostieni chi si impegna in silenzio per difendere la vita e la dignità umana.
Amen

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