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Papa Francesco all’Udienza generale: Giuseppe, un uomo giusto, insegna l’amore cristiano

In Aula Paolo VI, Papa Francesco tiene la prima udienza generale d’Avvento, la seconda incentrata sulla figura di San Giuseppe, scegliendo di approfondire il suo essere “giusto” e “sposo di Maria”.

Il Pontefice ripercorre il Vangelo di Matteo, ricordando che Maria, prima di andare a vivere insieme a Giuseppe si ritrovò incinta per opera dello Spirito Santo. Lui, però, pur essendo un uomo giusto, perché rispettoso della Legge, decise di salvaguardare l’onore della sposa, ripudiandola in segreto. “Sceglie la via della riservatezza, senza processo e rivalsa. Ma quanta santità in Giuseppe! Noi, che appena abbiamo una notizia un po’ folcloristica o un po’ brutta su qualcuno, andiamo al chiacchiericcio subito! Giuseppe invece sta zitto.”

Nel discernimento di Giuseppe interviene la voce di Dio, che lo rassicura sul fatto che quanto generato in Maria sia opera dello Spirito Santo. Il Papa si sofferma su un dettaglio della storia narrata nel Vangelo e che troppo spesso viene trascurato: “Maria e Giuseppe sono due fidanzati che probabilmente hanno coltivato dei sogni e delle aspettative rispetto alla loro vita e al loro futuro. Dio sembra inserirsi come un imprevisto nella loro vicenda e, seppure con una iniziale fatica, entrambi spalancano il cuore alla realtà che si pone loro innanzi”.

Francesco prosegue evidenziando come l’amore cristiano significa scegliere in piena libertà di prendersi la responsabilità della vita, così come ci si offre. Ed è proprio questa la lezione più importante di Giuseppe: scegliere Maria “ad occhi aperti”.

“Pensate, nel Vangelo di Giovanni, un rimprovero che fanno i dottori della legge a Gesù è questo: ‘Noi non siamo figli che provengono da là’, in riferimento alla prostituzione. Ma perché questi sapevano come Maria è rimasta incinta e volevano sporcare la mamma di Gesù. Per me è il passaggio più sporco e demoniaco del Vangelo. E il rischio di Giuseppe ci dà questa lezione: prende la vita come viene. Dio è intervenuto lì? La prendo”.

Il Papa conclude la catechesi concretizzando nella vita quotidiana l’insegnamento di Giuseppe. I fidanzati cristiani – ha detto – sono chiamati a testimoniare un amore che abbia il coraggio di passare dalle logiche dell’innamoramento a quelle dell’amore maturo.

“L’amore del fidanzamento è un po’, permettetemi la parola, un po’ romantico. Voi lo avete vissuto tutto – ha detto il Santo Padre ai novelli sposi presenti -, ma poi comincia l’amore maturo, di tutti i giorni, il lavoro, i bambini che arrivano. E alle volte quel romanticismo sparisce un po’. Ma non c’è l’amore? Sì, ma amore maturo. ‘Ma sa, padre, noi delle volte litighiamo’. Questo succede dal tempo di Adamo ed Eva: che gli sposi litigano è il pane nostro di ogni giorno. ‘Ma non si deve litigare?’. Sì, si può. ‘E padre, ma alle volte alziamo la voce’ – ‘Succede’. ‘E anche alle volte volano i piatti’ – ‘Succede’. Ma come fare perché questo non danneggi la vita del matrimonio? Ascoltate bene: non finire mai la giornata senza fare la pace. Abbiamo litigato, io ti ho detto delle parolacce, ti ho detto delle cose brutte. Ma adesso finisce la giornata: devo fare la pace. Sapete perché? Perché la guerra fredda del giorno dopo è pericolosissima.

La catechesi di Francesco 01-12-2021

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