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Papa Francesco all’Udienza generale: “Le buone scelte portano pace interiore”

All’Udienza generale di questa mattina, Papa Francesco ha proseguito il ciclo di catechesi sul Discernimento. Dopo aver analizzato, nelle scorse settimane, come compiere una scelta davanti al Signore, in questo primo mercoledì di dicembre ha spiegato come capire di aver intrapreso la giusta strada. Il Pontefice ha affermato l’importanza di rimanere vigili dopo aver preso una decisione, per poter “cogliere i segni che la confermano”.

Uno dei criteri da tenere in considerazione, ha proseguito, è la presenza di un sentimento interiore di “pace che dura nel tempo” e che porta armonia nella propria vita. “Per esempio, se prendo la decisione di dedicare mezz’ora in più alla preghiera, e poi mi accorgo che vivo meglio gli altri momenti della giornata, sono più sereno, meno ansioso, svolgo con più cura e gusto il lavoro, anche le relazioni con alcune persone difficili diventano più agevoli…: questi sono tutti segni importanti che vanno in favore della bontà della decisione presa”.

Un secondo importante elemento che Francesco porta all’attenzione dei fedeli “è la consapevolezza di sentirsi al proprio posto nella vita” e “parte di un disegno più grande”, facendolo attraverso un altro esempio. “In Piazza San Pietro ci sono due punti precisi – i fuochi dell’ellisse – da cui si vedono le colonne del Bernini perfettamente allineate. In maniera analoga, l’uomo può riconoscere di aver trovato quello che sta cercando quando la sua giornata diviene più ordinata, avverte una crescente integrazione tra i suoi molteplici interessi, stabilisce una corretta gerarchia di importanza e riesce a vivere tutto ciò con facilità, affrontando con rinnovata energia e forza d’animo le difficoltà che si presentano”.

Il Papa ha quindi evidenziato un ulteriore “segno di conferma” che si procede sulla strada corretta: “rimanere liberi nei confronti di quanto si è deciso, disposti a metterlo in discussione, cercando di trovare un possibile insegnamento del Signore”. Francesco ha specificato che non è perché il Signore “voglia privarci di ciò che ci è caro, ma per viverlo con libertà, senza attaccamento. Solo Dio sa che cosa è veramente buono per noi. La possessività è nemica del bene e uccide l’affetto – state attenti a questo – : la possessività è nemica del bene, uccide l’affetto. I tanti casi di violenza in ambito domestico, di cui abbiamo purtroppo notizie frequenti, nascono quasi sempre dalla pretesa di possedere l’affetto dell’altro, dalla ricerca di una sicurezza assoluta che uccide la libertà e soffoca la vita, rendendola un inferno”.

“Il Signore ci ha creato liberi” – ha sottolineato ancora il Pontefice – perché solo nella libertà si può amare, e offrire a Dio “ciò che abbiamo di più caro” ci consente di viverlo come un dono che viene da lui “sapendo che la nostra vita, così come la storia intera, è nelle sue mani benevole. Riconoscere questo è fondamentale per una buona decisione, e rassicura su ciò che non possiamo controllare o prevedere: la salute, il futuro, le persone care, i nostri progetti. Ciò che conta è che la nostra fiducia sia riposta nel Signore dell’universo, che ci ama immensamente e sa che possiamo costruire con Lui qualcosa di stupendo, di eterno”.

Al termine dell’Udienza generale, Francesco ha voluto rivolgere una preghiera alla Vergine Maria, nella vigilia della Solennità dell’Immacolata Concezione, chiedendo il confronto per il martoriato popolo ucraino: “A Lei, madre dolcissima, chiediamo di essere conforto per quanti sono provati dalla brutalità della guerra, specialmente per la martoriata Ucraina. Preghiamo per questo popolo martire che sta soffrendo tanto!”.

La preghiera del Santo padre è però anche per il ricordo delle atrocità perpetrate 80 anni fa dai nazisti. Salutando i fedeli di lingua polacca, ha sottolineato come lunedì scorso il Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche dell’Università Cattolica di Lublino abbia commemorato l’anniversario dell’Operazione Reinhard, messa in piedi da Himmler tra luglio e ottobre del 1942. Un azione voluta dal generale a capo delle SS che rese più efficace lo sterminio degli ebrei. Una metodologia industriale di sterminio, per la quale furono usati 480 treni di deportazione da tutti i villaggi polacchi e che provocò quasi 15 mila vittime al giorno. “Essa, durante la Seconda Guerra Mondiale, ha provocato lo sterminio di quasi due milioni di vittime, soprattutto di origine ebraica. Il ricorso di questo orribile evento susciti in tutti noi propositi e azioni di pace. E la storia si ripete, si ripete. Vediamo adesso cosa succede in Ucraina. Preghiamo per la pace”.

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