RIFORMA DEL PROCESSO CANONICO

Lettere apostoliche “Mitis Iudex Dominus Iesus” e “Mitis et misericors Iesus”,
sulla riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio.
Il vescovo diocesano e i poveri al centro della riforma
E’ l’ottica del servizio, il criterio teologico fondamentale per cui papa ha deciso di pubblicare ora, e non dopo il sinodo, due importanti documenti che snelliscono i processi per la nullità matrimoniale.
La riforma si incentra sul vescovo diocesano -che il Papa investe di fiducia- e sui poveri: il successore di Pietro, infatti, chiede apertura di mente e cuore alla massa dei divorziati che sono “una categoria di poveri”.
Lo ha spiegato mons. Vito Pinto, Decano della Rota Romana e Presidente della Commissione speciale per la riforma del processo matrimoniale canonico, nella conferenza stampa di presentazione delle due
Lettere apostoliche in forma di Motu Proprio, che riformano il processo per le cause di nullità. Per questa novità, Papa Francesco ha scelto esplicitamente due ricorrenze mariane:
le Lettere infatti, sono state firmate il 15 agosto -festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria– e pubblicate l’8 settembre, festa della Natività della Vergine.
Il pontefice è pervenuto a questa decisione dopo aver riflettuto, “con gravità e grande serenità”, ha riferito ai giornalisti mons. Pinto, sottolineando che il Papa ha inteso soltanto perseguire quella che
“per noi è la massima legge: la salvezza delle anime, nella sostanza, nelle procedure, nei tempi”.
I due “motu proprio” -che snelliscono i processi nel codice di Diritto Canonico e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali – prendono il nome dalle parole iniziali,
rispettivamente “Mitis Iudex Dominus Iesus” (Il Signore Gesù, Giudice clemente, Pastore delle nostre anime) e “Mitis et misericors Iesus (Gesù, clemente e misericordioso Pastore e Giudice delle nostre anime).
Con questi documenti il Papa affida un ruolo centrale al vescovo e alla chiesa locale; e nei casi in cui ci siano le condizioni -entrambe le parti convinte nella nullità del matrimonio,
prove evidenti- permette di velocizzare la causa con il “processo brevior”, del quale giudice unico è il vescovo diocesano. Infatti, la potestà del successore di Pietro “di legare e di sciogliere qui in terra,
afferma, corrobora e rivendica quella dei Pastori delle Chiese particolari”. La riforma incontrerà difficoltà, è stato detto: una di queste sarà il fatto che manca personale preparato e formato,
soprattutto nelle Chiese orientali, ha sottolineato mons Dimitrios Salachas, Esarca apostolico di Atene per i cattolici greci di rito bizantino. Che ha spiegato come i pastori abbiano due compiti,
ben illustrati dai padri orientali, a partire da S. Basilio: “giudici, e medici”.
In merito alle innovazioni, sarà comunque la prassi giudiziaria a rendere i processi precisi e definitivi, e saranno le esperienze nelle regioni del mondo ad apportare migliore comprensione ed eventuali precisazioni normative.