UDIENZA GENERALE DI PAPA FRANCESCO

“La Messa è il memoriale del mistero pasquale di Cristo”, che “ci rende partecipi della sua vittoria sul peccato e la morte, e dà significato pieno alla nostra vita”. Lo ha detto il Papa, nell’udienza di oggi, in cui si è soffermato sulla parola “memoriale”, che “non è soltanto il ricordo degli avvenimenti del passato, ma li rende in certo modo presenti e attuali. Gesù “morì per amore”, ricorda il Papa a braccio, per spiegare come nell’Eucaristia, “egli vuole comunicarci questo suo amore pasquale, vittorioso”. “Se lo riceviamo con fede, anche noi possiamo amare veramente Dio e il prossimo, possiamo amare come lui ha amato noi, dando la vita”. “Il suo sangue, infatti, ci libera dalla morte e dalla paura della morte. Ci libera non solo dal dominio della morte fisica, ma dalla morte spirituale che è il male, il peccato, che ci prende ogni volta che cadiamo vittime del peccato nostro o altrui. E allora la nostra vita viene inquinata, perde bellezza, perde significato, sfiorisce”. Cristo, invece, “ci ridà la vita: Cristo è la pienezza della vita, e quando ha affrontato la morte la annienta per sempre: risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita”. “La Pasqua di Cristo è la vittoria definitiva sulla morte, perché lui ha trasformato la sua morte in supremo atto d’amore”, ha ricordato il Papa: “Morì per amore”.
“La messa è rifare il Calvario, non è uno spettacolo”. Il Papa ha concluso con questa frase la catechesi dell’udienza di oggi. “Se l’amore di Cristo è in me, posso donarmi pienamente all’altro, nella certezza interiore che se anche l’altro dovesse ferirmi io non morirei; altrimenti dovrei difendermi”, ha spiegato, citando l’esempio dei martiri, che “hanno dato la loro vita proprio per questa certezza della vittoria di Cristo sulla morte”. “Solo se sperimentiamo questo potere di Cristo, il potere del suo amore, siamo veramente liberi di donarci senza paura”, ha ammonito Francesco . “E questo è la Messa”, ha proseguito a braccio: “Entrare in questa passione, morte, resurrezione e ascensione di Gesù”. “Quando andiamo a Messa è come se andassimo al Calvario, lo stesso”, ha spiegato il Papa sempre fuori testo: “Ma pensate voi: se noi andiamo al Calvario – pensiamo con l’immaginazione – in quel momento, e noi sappiamo che quell’uomo lì è Gesù, ma noi ci permetteremmo di chiacchierare, di prendere fotografie, di fare un po’ lo spettacolo?”. “No, perché è Gesù”, la risposta: “Noi sicuramente saremmo nel silenzio, nel pianto, e anche nella gioia di essere salvati”. “Quando noi entriamo nella chiesa per celebrare la Messa, pensiamo questo”, l’invito del Papa ai 10mila fedeli in piazza San Pietro: “Entro dal Calvario, dove Gesù dà la vita per me e così spariscono lo spettacolo, le chiacchiere, i commenti e queste cose che ci allontanano da quella cosa tanto bella che è la Messa, il trionfo di Gesù”.