UDIENZA GENERALE: “Per voracità l’uomo rovina l’acqua che ci dà la vita”

«Il cristiano non vive fuori dal mondo, sa riconoscere nella propria vita e in ciò che lo circonda i segni del male, dell’egoismo e del peccato»: il Papa dell’enciclica Laudato Si’ è tornato a mettere in guardia dal rischio che l’uomo consideri il creato una sua «proprietà», agendo con «orgoglio e voracità», nel corso dell’udienza generale, e ha fatto in particolare l’esempio dell’acqua, contaminata per sfruttare i minerali nonostante sia «una cosa bellissima» che «ci dà la vita».
“Spesso siamo tentati di pensare che il creato sia una nostra proprietà, un possedimento che possiamo sfruttare a nostro piacimento e di cui non dobbiamo rendere conto a nessuno», ha detto il Papa che, nella udienza tornata oggi in piazza San Pietro dopo il periodo invernale in Aula Paolo VI, ha proseguito un ciclo di catechesi sulla speranza cristiana. San Paolo «ci ricorda invece che la creazione è un dono meraviglioso che Dio ha posto nelle nostre mani, perché possiamo entrare in relazione con lui e possiamo riconoscervi l’impronta del suo disegno d’amore, alla cui realizzazione siamo chiamati tutti a collaborare, giorno dopo giorno. Quando però si lascia prendere dall’egoismo, l’essere umano finisce per rovinare anche le cose più belle che gli sono state affidate. E così è successo anche per il creato».
«Pensiamo – ha proseguito il Papa a braccio – all’acqua. L’acqua è una cosa bellissima e tanto importante; l’acqua ci dà la vita, ci aiuta in tutto ma per sfruttare i minerali, come si contamina l’acqua, si sporca la creazione e si distrugge la creazione. Questo è un esempio soltanto. Ce ne sono tanti. Con l’esperienza tragica del peccato, rotta la comunione con Dio, abbiamo infranto l’originaria comunione con tutto quello che ci circonda e abbiamo finito per corrompere la creazione, rendendola così schiava, sottomessa alla nostra caducità. E purtroppo la conseguenza di tutto questo è drammaticamente sotto i nostri occhi, ogni giorno. Quando rompe la comunione con Dio, l’uomo perde la propria bellezza originaria e finisce per sfigurare attorno a sé ogni cosa; e dove tutto prima rimandava al Padre Creatore e al suo amore infinito, adesso porta il segno triste e desolato dell’orgoglio e della voracità umani».
A conclusione dell’udienza, il Papa ha fatto appello per il Sud Sudan: «Destano particolare apprensione – ha detto – le dolorose notizie che giungono dal martoriato Sud Sudan, dove ad un conflitto fratricida si unisce una grave crisi alimentare che condanna alla morte per fame milioni di persone, tra cui molti bambini. In questo momento è più che mai necessario l’impegno di tutti a non fermarsi solo a dichiarazioni, ma a rendere concreti gli aiuti alimentari e a permettere che possano giungere alle popolazioni sofferenti. Il Signore sostenga questi nostri fratelli e quanti operano per aiutarli».
( fonte Vatican Insider ; foto LaPresse)