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Via Crucis

PRIMA STAZIONE 

GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE 

 PREGHIAMO 

Signore Gesù, vogliamo seguirti sul sentiero della croce con fede amore. La riflessione e la contemplazione della tua passione e della tua morte ci reda più generosi nell’accogliere la nostra croce e nel soffrire con Te e per Te, per poter un giorno essere accolti nel tuo regno di luce e gloria. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.  

Amen. 

LETTURA 

Insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. 

(Lc 23, 23-25) 

RIFLESSIONE 

Pilato, davanti a Gesù, ha la certezza di trovarsi di fronte all’innocenza fatta a persona e che le accuse contro di lui sono vane. Ma la folla grida e Pilato si lava le mani; un innocente paga per tutti. Gesù tace. Impressiona il suo silenzio, fa riflettere, sconcerta. Quando si sopprime la vita, quando si vuole prevalere sugli altri, quando si spegne l’amore e si rinnega la verità, allora, ancora una volta, si rinnova la condanna: <<Crocifiggilo, crocifiggilo>>. 

 PREGHIAMO 

Signore Gesù Cristo, donaci la virtù della pazienza, perché con il tuo esempio impariamo a ritenere più importante insegnare l’umiltà agli amici, piuttosto che rinfacciare la verità ai nemici. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. 

(Agostino, Discorsi 284,6) 

 SECONDA STAZIONE 

GESU’ E’CARICATO DELLA CROCE 

LETTURA 

I soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: <<Salve, re dei Giudei!>>. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo sverlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, oi lo condussero fuori per crocifiggerlo. 

(Mc 15, 16-20) 

RIFLESSIONE 

Gesù abbraccia con amore la sua croce. Quell’odiato strumento di morte, che agli uomini diceva solo disprezzo e umiliazione, diventa bello e salutare. Ai piedi dell’albero si consumò la sconfitta dell’uomo, ora sulla croce c’è la possibilità della sua rivincita. Quanta sapienza in quel semplice gesto che l’uomo non comprende e rifiuta. E’ un catechesi vivente. Egli ci accompagna, precedendoci, sulla vi della sofferenza. Ci chiede di accettare la croce senza resistenza, in silenzioso abbandono, senza voler suscitare pietà negli altri. Ci chiede di soffrire con lui per poter così insieme riscattare il mondo. 

PREGHIERA 

O Dio nostro Padre, concedici di meditare la passione del tuo Figlio con degna devozione, perché la sua croce diventi nostro vanto non una sola volta all’anno, ma con continua santificazione. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Agostino, Discorsi 218/B,2) 

TERZA STAZIONE 

GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA 

LETTURA 

Proprio per essere stato messo alla prova ed aver sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova. Egli, in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia. 

(Eb 2,18; 12,2) 

RIFLESSIONE 

Con animo generoso Gesù si incammina sul sentiero che conduce al Calvario, ma le sue tormentate membra non possono sostenere a lungo il peso della croce, e cade a terra. In Gesù a terra, sotto la croce, scorgiamo tutti gli uomini sopraffatti dal male, dalla quotidiana sofferenza, dal peso della vita. A volte capita che ci buttiamo a terra non perché siamo stremati dalla fatica, ma perché non vogliamo servire, perché vogliamo la vita facile e non vogliamo rimanere fedeli alla croce che ci è stata data. Il Signore cade; ma non è la fine. Egli si rialza e riprende il cammino, con la croce di nuovo sulle spalle. Alziamoci anche noi e riprendiamo il cammino insieme con lui. 

PREGHIERA 

Libera, Signore, il nostro cuore dall’attaccamento alle cose di questo mondo, perché la nostra preghiera si compia secondo la natura spirituale e ti sia più gradita. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. 

(Agostino, Discorsi, 210,6) 

QUARTA STAZIONE 

GESU’ INCONTRA SUA MADRE 

 

 LETTURA 

Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: <<Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima>>. (Lc 2, 34-35) 

RIFLESSIONE 

Anche per Maria è tempo di grande sofferenza. Ella vede Gesù chinato sotto il peso della croce, col capo coronato di spine e il volto rigato dal sangue, e partecipa alla passione del Figlio come una sentinella sulla frontiera della redenzione. L’istinto della Madre è di correre verso il Figlio, di abbracciarlo, di gridare la sua innocenza. Ma sa che è inutile. E così lo guarda in silenzio, come in silenzio Egli la guarda. Un incontro di cuori, un incontro di occhi pieni di lacrime. 

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, che ti sei fatto umile per noi, aiutaci nel nostro cammino verso la santità e non badare al  cammino fatto, ma a quello che ci resta da fare, Tu che vivi e regni ne secoli dei secoli. Amen. 

(Agostino, Discorsi 16/B,3) 

QUINTA STAZIONE 

GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO

 

LETTURA 

Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. 

(Lc 23,26) 

RIFLESSIONE 

Simone di Cirene, nel momento decisivo della salvezza, è costretto a portare la croce di Gesù, facendo un tratto di strada con lui. Probabilmente ha trascorso l’intera mattinata a lavorare nei campi, dove forse non è arrivata la notizia di ciò che succedeva in città. Ora sta tornando a casa, pregustando un buon pranzo e un po’ di riposo. All’improvviso si imbatte nel corteo che avanza verso il Golgota e il centurione gli chiede di aiutare Gesù. Simone accetta divenendo un modello per il discepolo. Nell’Eden era Dio che soccorreva gli uomini; ora è l’uomo che soccorre Dio, perché quel Dio che ci ha creati senza il nostro aiuto non potrà salvarci senza la nostra partecipazione. Ciascuno di noi può essere un buon cireneo quando si accosta al fratello bisognoso, sofferente e lo consola. 

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, tu un tempo eri lontanp da noi, ma con la tua povertà ti sei avvicinato per arricchirci; aiutaci a mantenerci fedeli alla tua povertà per poter un giorno godere dei tuoi beni. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. 

(Agostino, Discorsi 41,7) 

SESTA STAZIONE 

VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU’ 

LETTURA 

Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato. E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca ad uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità vi dico: non perderà la sua ricompensa. 

(Mt 10, 40-42) 

RIFLESSIONE 

Una donna discreta, premurosa, attenta, riesce a superare lo sbarramento delle guardie e ad asciugare il sudore e il sangue di Gesù. La Veronica rappresenta le tante donne generose, sensibili, silenziose; donne capaci di rinunce per servire, di non cercare tornaconti, coraggiose per essere accanto a chi soffre nei luoghi di dolore, con pazienza e amore. La pietà è figlia dell’amore. Insegnaci ad avere il coraggio della Veronica e manifestare la nostra solidarietà con Cristo, andando ovunque c’è un volto da tergere, una tristezza da alleviare, una consolazione da portare, con gesti semplici che sono un manifesto della carità divina impressa nei nostri cuori. Signore Gesù, permettimi di asciugare il tuo volto per portare sempre con me e dentro di me la certezza del tuo amore indelebile. 

PREGHIERA 

Illumina la nostra mente, Signore, perché non possiamo diventare giusti se non lo desideriamo, mentre lo saremo di sicuro se lo vorremo con tutte le nostre forze; ma ciò non si compirà se non saremo risanati dalla grazia del tuo Spirito e aiutaci ad esserne capaci. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. 

(Agostino, Lettere 145,8) 

SETTIMA STAZIONE 

GESU’ CADE PER LA SECONDA VOLTA

 LETTURA 

Quando era oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. 

(1 Pt 2,23-24) 

 RIFLESSIONE 

Nonostante l’aiuto di Simone, Gesù cade ancora sotto il peso della croce. E’ immagine di ogni uomo che soccombe sotto il peso dell’odio e dell’ingiustizia in ogni angolo della terra. Anche il cammino verso Dio è come la salita sul Golgota: un rialzarsi nuovamente dopo ogni caduta, non per volgersi indietro, ma per andare avanti. Dio ci chiede di perseverare fino alla fine, nonostante le nostre cadute e la nostra sofferenza. L’uomo non è solo in questo cammino. Gesù a fatica, si rialza; con forza e tenacia riprende il suo cammino. 

 PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, aiutaci ad essere più fervorosi nell’esercizio della pietà, e ad evitare l’orgoglio e il compiacimento per la nostra generosità così da perdere l’umiltà. Perché tutti i tuoi doni non giovano a nulla se manca il vincolo della carità. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. (Agostino, Discorsi, 209,3) 

 

OTTAVA STAZIONE 

GESU’ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME 

 

LETTURA 

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne ce si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: <<Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli>>. 

(Lc 23, 27-28) 

RIFLESSIONE 

E’ un momento sconvolgente. In mezzo a tante sofferenze alcune donne, sconosciute, che seguono Gesù non per curiosità ma per stargli vicino, rappresentano una porzione del nuovo popolo di Dio. Non sono nobili, ma persone semplici che provano verso Gesù lo stesso sentimento che lui ha verso di loro: la compassione. Queste donne lo piangono come re, giusto e profeta, che va incontro alla morte. Il Signore invece le invita a piangere piuttosto su loro stesse, cioè a convertirsi ed essere salve. Il dolore condiviso è più leggero e sopportabile. La carità non ha bisogno necessariamente di essere eroica, c’è bisogno di una certa carità quotidiana, fatta di semplici gesti di accoglienza e condivisione. 

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, la forza della tua misericordia confermi il nostro cuore nella tua verità, confermi e acquieti le nostre anime; la tua grazia abbondi sopra di noi e di noi abbia pietà, e tolga via gli scandali da mezzo a noi, dalla tua Chiesa e da tutti i nostri carissimi fratelli. E con la tua potenza e l’abbondanza della tua misericordia si di noi, concedici di piacerti in eterno. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. (Agostino, Discorsi 223/A,5) 

NONA STAZIONE 

GESU’ CADE PER LA TERZA VOLTA

 

LETTURA 

Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. 

(Is 53,5) 

RIFLESSIONE 

Gesù cade per la terza volta sul pendio del Calvario, l’Innocenza sente addosso tutto il carico del peccato dell’uomo. Il cammino è stato lungo, la strada è ripida e scoscesa, e Gesù è ancora nella polvere. Gesù insegna che il cammino del cristiano non è facile, ma faticoso e in salita. Queste continue cadute sono per farmi coraggio; il Signore è sempre pronto a darmi una mano per risollevarmi. Nei momenti di debolezza, insegnami, Signore, a saper trovare te e ad attingere da te, nella preghiera, la fortezza, perché con umiltà anche io sappia risorgere e riprendere con entusiasmo il mio cammino. 

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, che con la tua passione hai dato significato alle fatiche e alle tribolazioni della vita del tempo presente, aiutaci a sopportare gli inconvenienti della nostra esistenza nella speranza dei beni futuri. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. 8Agostino, Discorsi 211/A, 1) 

 

DECIMA STAZIONE 

GESU’ E’ SPOGLIATO DELLE VESTI

LETTURA 

I soldati presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: << Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte >>. E i soldati fecero proprio così. 

(Gv 19, 23-24) 

RIFLESSIONE 

L’offesa più grande che si potesse recare alla persona era quella di essere spogliati delle proprie vesti. Le vesti di Gesù sono diventate una sola cosa con il suo corpo insanguinato. Non ha più nulla. Colui che veste i gigli del campo è spogliato delle sue vesti; povero nella culla di Betlemme, più povero sul Calvario. E’ l’immagine dell’uomo offeso nella sua dignità, nei diritti, deriso, privato dei frutti del proprio lavoro, delle possibilità di educarsi e crescere. Non c’è posto per le cose inutili davanti all’uomo che muore per amore. Gesù viene spogliato di tutto. Non ha che la sua croce. 

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, la via percorsa da e ci sembra scabrosa, e ci rende pigri e per questo non sempre siamo solleciti a venire dietro di te. Donaci il coraggio di seguire i tuoi passi perché le asperità del cammino sono state cancellate da te che vivi e regni nei secoli dei secoli.  Amen. 

(Agostino, Discorsi 96,3) 

UNDICESIMA STAZIONE 

GESU’ E’ CROCIFISSO 

 

LETTURA

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: << Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno>>. 

(Lc 23, 33-34a) 

RIFLESSIONE 

La croce, morte crudele e spaventosa, simbolo dell’amore disarmato, punizione dello schiavo, è il trono del Re. Sulla croce Gesù realizza il Regno che aveva annunciato all’inizio della sua missione. Gesù non trattiene nulla per sé: sulla croce le braccia sono distese per accogliere, le mani aperte per dare. L’uomo, prendendo, divide; Gesù, donando, unisce cielo e terra. Il discepolo riconosce nella sua carne la potenza e la sapienza di un Dio che è amore, senza condizioni e senza misura. 

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, aiutaci a comprendere che tu sei medico, e che la sofferenza è una medicina per la salvezza, non un supplizio per la condanna. Sotto la tua azione come chirurgo, noi soffriamo e gridiamo; ma tu non ascolti secondo la nostra volontà, ma in ordine alla nostra guarigione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. 

(Agostino, Commento al salmo 21,4) 

DODICESIMA STAZIONE 

GESU’ MUORE IN CROCE 

LETTURA 

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: <<Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito>>. Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: <<Veramente quest’uomo era giusto>>. 

(Lc 23, 44-47) 

RIFLESSIONE 

Gesù crocifisso e morto rivela chi è Dio e che è l’uomo, e unisce ambedue in un unico amore. La morte, fuori dall’orizzonte della fede, rappresenta una conclusione del tutto irrazionale della vita e del cammino di ogni uomo. La morte di Gesù è l’esaltazione piena di Dio. Anche il centurione pagano la riconosce. Sulla croce ha ancora qualcosa da donare all’uomo. L’umanità ha una madre. Questa morte è un avvenimento spettacolare: Dio si manifesta all’uomo in tutta la sua misericordia. L’uomo vede chi è Dio e si converte a Lui. I conoscenti di Gesù e le donne ai piedi della croce raffigurano l’inizio della Chiesa, piccola, debole e impotente. Adunata ai piedi della croce raccoglie il frutto della compassione di Dio per il male del mondo. 

PREGHIERA 

Ti ringraziamo, Signore, perché da noi hai preso la morte e ci ha dato in cambio la vita; e tutto questo non per il tuo, ma per il nostro vantaggio. Tu che vivi e regni bei secoli dei secoli. Amen. (Agostino, Discorsi 218/A,1) 

 

TREDICESIMA STAZIONE 

GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

 

LETTURA 

Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. 

(Mt 27, 57-58) 

RIFLESSIONE 

La vita di Gesù è racchiusa tra due grotte: quella della nascita e quella della morte. Solidale con l’uomo fino in fondo, si è donato totalmente fino allo svuotamento assoluto. Nella morte di Gesù si conclude la fatica di Dio per la ricerca dell’uomo. Il corpo senza vita di Gesù giace tra le braccia della madre. Mari, tu che hai ricevuto tra le braccia il corpo di tuo figlio e come nessun altro hai saputo leggere nel libro aperto delle sue piaghe e del suo cuore il suo amore infinito, imprimi nel profondo del mio animo le piaghe di Gesù perché nei momenti difficili della vita mi parlino ancora del suo inesauribile amore e così possa vivere come te una vita di vero discepolo di Cristo. 

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, che per mezzo di Maria sei venuto fisicamente al mondo, assisti la tua Chiesa perché, mediante la grazia divina, continui a generare spiritualmente i suoi figli. Tu che vivi e regni ei secoli dei secoli. Amen. 

(Agostino, La santa verginità 2,5) 

QUATTORDICESIMA STAZIONE 

GESU’ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO 

 

 LETTURA 

Giuseppe d’Arimatea, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù dalla croce e, avvolto nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. (Mc 15,46) 

RIFLESSIONE 

Il sepolcro, termine di ogni speranza che sia solo umana. Come tutti gli uomini Gesù viene deposto in una tomba segno delle tenebre, della fine di tutto. Ma il suo corpo riposto nella terra è come il seme gettato nel solco, porterà il frutto della vita. Ecco allora che il sepolcro per Grisù è il luogo che prepara l’esplosione della vita nova. Anche noi dobbiamo riporre nella tomba il nostro uomo vecchio fatto di peccato e mancanza d’amore; dare sepoltura ai nostri egoismi è condizione indispensabile per vivere evangelicamente il cristianesimo da uomini nuovi e rinnovati.  

PREGHIERA 

Signore Gesù Cristo, la nostra anima è ancora debole e non sufficientemente pura per penetrare la tua realtà; aiutaci ad attendere pazientemente che venga purificata dalla fede e con una vita santa si prepari ad abitare nel luogo dove tu abiti. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. (Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, omelia 111,3)  

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