Viaggio Papale nei Baltici: Preghiera ecumenica nella Cattedrale luterana di Santa Maria
Terza giornata del Viaggio Apostolico di Francesco nei Paesi Baltici, in Lettonia: la Preghiera ecumenica nella Cattedrale luterana di Santa Maria e l’incontro con gli anziani e i testimoni delle persecuzioni del regime, nella Cattedrale di San Giacomo a Riga.
L’unità a cui il Signore ci chiama è un’unità sempre in chiave missionaria, che ci chiede di uscire e raggiungere il cuore della nostra gente e della società postmoderna in cui viviamo. Lo Spirito Santo continui a tessere artigianalmente legami di comunione tra noi, ci renda artigiani di unità tra la nostra gente, così che le nostre differenze non diventino divisioni. Non cessi di suonare la musica del Vangelo in mezzo a noi, ciò che ci chiama a essere discepoli missionari in mezzo al mondo in cui viviamo.
L’omaggio al Monumento della Libertà, dopo il benvenuto e gli appuntamenti ufficiali, ha aperto la giornata del Papa. Giunto questa mattina a Riga, Francesco ha poi presieduto la preghiera ecumenica nella Cattedrale luterana di Santa Maria, con una decina di capi delle principali denominazioni cristiane a riprova di un “ecumenismo vivo”, una delle caratteristiche peculiari della Lettonia. A intrecciarsi nel discorso di Francesco, una metafora ispirata all’organo della Cattedrale, uno dei più antichi d’Europa. Continui a suonare la musica del Vangelo in mezzo a noi! E non diventi una bella partitura del passato, esorta il Papa. Tutta la nostra tradizione cristiana può “finire ridotta a un oggetto del passato che, cessa di intonare una melodia capace di smuovere e ispirare la vita e il cuore di quelli che la ascoltano”.
Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna di qualunque provenienza, rinchiudendoci nel “mio”, dimenticandoci del “nostro”.
L’unica strada possibile per ogni ecumenismo, è “nella croce della sofferenza di tanti giovani, anziani e bambini esposti spesso allo sfruttamento, al non senso, alla solitudine”.
La missione oggi continua a chiederci e a reclamare da noi l’unità; è la missione che esige da noi che smettiamo di guardare le ferite del passato ed ogni atteggiamento autoreferenziale per incentrarci sulla preghiera del Maestro. È la missione a reclamare che la musica del Vangelo non cessi di suonare nelle nostre piazze.
Alcuni possono pensare che, nelle nostre società, i cristiani hanno sempre meno margini di azione e di influenza. Ma Se Cristo ci ha ritenuti degni di vivere in questi tempi, in questa ora – l’unica che abbiamo –, non possiamo lasciarci vincere dalla paura – rimarca Francesco.
Il Signore ci darà la forza per fare di ogni tempo, di ogni momento, di ogni situazione un’opportunità di comunione e riconciliazione con il Padre e con i fratelli, specialmente con quelli che oggi sono considerati inferiori o materiale di scarto. Se Cristo ci ha ritenuti degni di far risuonare la melodia del Vangelo, smetteremo di farlo?
Dopo la preghiera ecumenica, il Santo Padre si è recato alla Cattedrale di San Giacomo, dove lo attendevano i fratelli anziani, pensionati che faticano a vivere nella povertà, e testimoni della guerra, delle repressioni politiche, sopravvissuti a persecuzione ed esilio, hanno mantenuto la loro fede in Cristo durante il regime ateistico: avete combattuto la buona battaglia, state per concludere la corsa, e avete conservato la fede, riconosce il Papa.
Voi, che vi siete spesi corpo e anima, che avete dato la vita inseguendo la libertà della vostra patria, tante volte vi sentite dimenticati. Benché suoni paradossale, oggi, in nome della libertà, gli uomini liberi assoggettano gli anziani alla solitudine, all’ostracismo, alla mancanza di risorse e all’esclusione, e perfino alla miseria.
Francesco ravviva l’incoraggiamento a essere esempio di sopportazione e speranza. “Così continuerete a costruire il vostro popolo”.
«In questo cammino, lo sviluppo del bene, la maturazione spirituale e la crescita dell’amore sono il miglior contrappeso nei confronti del male» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 163). Non cedete allo sconforto, alla tristezza, non perdete la dolcezza e, meno ancora, la speranza! Voi che avete attraversato molte stagioni, non dimenticatevi che siete radici di un popolo, radici di giovani germogli che devono fiorire e portare frutto; difendete queste radici, mantenetele vive.
Mettere da parte i rancori.: questo pomeriggio nella Messa Francesco ha esortato a “mettere da parte rancori e diffidenze” e ad “accogliersi a vicenda”.