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4 MILIONI IN POVERTA’ ASSOLUTA

E’ stato presentato oggi il Rapporto Caritas sulle politiche contro la povertà in Italia, Dopo la crisi, costruire il welfare”, secondo il quale in sette anni il numero delle persone che vivono in povertà assoluta è raddoppiato, passando da 1,8 milioni del 2007 a 4,1 milioni del 2014. Inoltre, tra le famiglie povere solo un quinto ha avuto benefici da bonus bebè, bonus nuclei numerosi, Asdi e Nuova Social Card.
Secondo il direttore della Caritas, Mons. Francesco Soddu, serve un maggiore impegno contro la povertà. “C’è bisogno, di politiche mirate e organiche per far uscire molte persone da una povertà che non diventerà strutturale – scrive – solo a patto che sia contrastata con risorse e progetti personalizzati, soprattutto per le famiglie con figli a rischio di povertà o che vivono già fenomeni di evasione scolastica.(…)C’è bisogno di una misura strutturale di contrasto alla povertà che sappia tenere insieme risorse e accompagnamento: per ogni persona povera c’è bisogno di un impegno istituzionale e di solidarietà sociale”
“In un momento in cui il dibattito politico si infittisce di proposte e commenti che spesso assolutizzano il reddito di cittadinanza, – si legge nel comunicato stampa – Caritas ribadisce che a suo avviso invece bisognerebbe approfondire le proposte di reddito minimo che coinvolgono molti soggetti sociali. A cominciare dal Reis, Reddito di Inclusione Sociale, studiato e proposto dall’Alleanza contro la povertà: una misura stabile, incrementale, sostenibile e sussidiaria”.
In merito all’azione del governo, nella sintesi del rapporto si dice che “Il Governo Renzi ha sinora introdotto alcuni interventi per supportare il reddito delle famiglie rivolti prevalentemente a fasce più ampie della popolazione ma che, in varia misura, riguardano anche i nuclei in povertà: il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti, il bonus bebè per famiglie con figli entro i tre anni, il bonus per le famiglie numerose e l’Asdi.
L’insieme degli interventi di sostegno al reddito sinora varati restituisce un quadro piuttosto chiaro. Ai poveri viene fornito qualche sollievo, che si traduce in un complessivo incremento medio di reddito pari al 5,7%, risultato migliore rispetto ai precedenti Governi. Si tratta, però, di un avanzamento marginale e non privo – per come è stato disegnato – di controindicazioni. Pertanto, la valutazione d’insieme non può che essere la seguente: in materia di sostegno al reddito l’attuale Esecutivo, ad oggi, non si è discostato in misura sostanziale dai suoi predecessori e ha confermato la tradizionale disattenzione della politica italiana nei confronti delle fasce più deboli di popolazione”.

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