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Appello del Papa all’Angelus: non dimentichiamo la Siria, la Turchia e l’Ucraina

Questa domenica, dopo la recita dell’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha esortato i fedeli a non dimenticare la Siria e la Turchia devastate dal terribile sisma dello scorso 6 febbraio. “Continuiamo a stare vicini, con la preghiera e con il sostegno concreto, alle popolazioni terremotate in Siria e Turchia”, ha affermato Francesco mentre si prevede che il bilancio delle vittime possa raddoppiare rispetto ai 29 mila morti registrati fino ad ora. “Preghiamo per loro, non dimentichiamolo, preghiamo e pensiamo cosa possiamo fare per loro”, ha aggiunto il papa che ha invitato non distogliere l’attenzione dalla martoriata Ucraina dove proseguono gli attacchi da parte delle forze russe: “che il Signore apra vie di pace e dia ai responsabili il coraggio di percorrerle.

Sempre nel dopo Angelus, il papa ha espresso preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare in queste ore in Nicaragua. “Le notizie che giungono dal Nicaragua mi hanno addolorato non poco”, ha affermato Francesco ricordando la condanna a 26 anni di carcere inflitta al vescovo di Matagalpa, monsignor. Rolando Álvarez, e l’espulsione di centinaia di persone verso gli Stati Uniti. “Prego per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara nazione. E chiedo a voi la vostra preghiera”, ha aggiunto il Santo Padre chiedendo ai numerosi fedeli radunati in piazza di recitare un’Ave o Maria.

In precedenza, nell’introdurre l’Angelus, la richiesta di dare compimento alla fede andando oltre l’osservanza formale dei comandamenti. “A volte, per esempio, si sente dire: ‘Padre, io non ho ucciso, non ho rubato, non ho fatto male a nessuno…’, come dire: ‘Sono a posto’. Ecco l’osservanza formale, che si accontenta del minimo indispensabile, mentre Gesù ci invita al massimo possibile.

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