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Caritas Ambrosiana: pasti caldi per i profughi a Lipa

A distanza di due mesi dall’incendio che ha distrutto la tendopoli nei pressi di Lipa, i profughi hanno potuto mangiare un pasto caldo. Tutto questo grazie ad un refettorio da campo che si è potuto realizzare con i fondi raccolti da Caritas Ambrosiana. Da qualche giorno 980 migranti, quelli che si trovano nei pressi della località bosniaca, hanno la possibilità di consumare un pasto caldo ospitati in una tensostruttura senza essere più costretti a mettersi in coda esposti alle intemperie.

Questa realizzazione è già diventata “un luogo di socializzazione” spiegano da Caritas Ambrosiana, dove “ci si ferma per bere un tè caldo o giocare a dama, a scacchi, a backgammon. E anche chi è rimasto fuori dalle tende montate dall’esercito e vive ancora nelle baracche di fortuna, viene qui a passare alcune ore in un ambiente riscaldato e godere di quei confort minimi eppure ancor impossibili per molti come ad esempio togliersi le scarpe sempre fradice”. Sergio Malacrida, che per Caritas Ambrosiana è il responsabile dei progetti nell’Est Europa, si è detto molto contento per il risultato ottenuto. “Finalmente – ha aggiunto Malacrida – i profughi possono iniziare a intravvedere una luce in fondo al tunnel nel quale sono finiti lo scorso 23 dicembre” (quando un incendio ha distrutto il primo insediamento autorizzato dal governo locale n.d.r). “Ora può iniziare un nuovo capitolo” ha concluso Malacrida.

L’intenzione di Caritas, infatti, è di proseguire a sostenere l’intervento dove il primo e più immediato obiettivo è quello di comperare cibo necessario perché si possa offrire una alimentazione corretta ai profughi. La Croce Rossa locale, che è impegnata nella distribuzione dei pasti, non è nelle condizioni di occuparsene da sola. Oltre a questo sarà continuamente monitorata la situazione sanitaria. Sono state consegnate medicine, donata un’ambulanza all’ospedale locale e allestita una tenda di servizio per i casi di emergenza.

Sul fronte politico, il governo bosniaco ha deciso di realizzare a Lipa un campo ufficiale per ospitare queste persone, dopo che è naufragata l’ipotesi di una riapertura del campo profughi a Bihac anche a causa dell’ostilità delle autorità locali. Commentando la serie di interventi fino ad ora realizzati, il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti ha sottolineato “Come facciamo sempre, anche in questa occasione non ci accontenteremo di interventi a breve termine. Rimarremo accanto a queste persone per tutto il tempo che sarà necessario. Lo facciamo sempre in tutti gli scenari di crisi in cui interveniamo e a maggior ragione a Lipa dove IPSIA la Croce Rossa e la Caritas sono tra le poche organizzazioni umanitarie presenti”.

Maggiori informazioni sul sito www.caritasambrosiana.it

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