Ecco noi saliamo a Gerusalemme

Presentazione questa mattina (12.02) in Sala Stampa Vaticana. del messaggio per la Quaresima 2021, con la data dell’11 novembre 2020, memoria di San Martino di Tours, a cura del Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Ne riportiamo le sue parole.
Il Messaggio del Santo Padre per la Quaresima porta il titolo: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme….”, e mi rimanda brano al Vangelo di Matteo, dove leggo: Mentre Gesù saliva a Gerusalemme, prese in disparte i dodici discepoli e loro disse per la strada: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi , che la condanneranno a morte; poi lo consegneranno ai pagani perché sia schernito, fustigato e crocifisso; e il terzo giorno risorgerà” (Mt 20,17-19)
Gesù predice ciò che gli accadrà a Gerusalemme dopo aver separato i suoi dodici discepoli dalla folla, come se volesse comunicare loro un’informazione riservata. Si trattava della fase finale della sua missione e della sua vita sulla terra, che però voleva lasciare in eredità ai dodici discepoli. Voleva che ne fossero partecipi; e vedremo, l’eredità di Gesù ai suoi seguaci diventa un invito a izzare la sua povertà e la sua abnegazione, la sua carità e il suo amore per i suoi seguaci, la sua fede, la sua speranza e la sua vita di preghiera.
Posto sotto questo titolo, “ecco, noi saliamo a Gerusalemme”, il messaggio quaresimale del Papa evoca la tradizione cultuale e sociale del popolo di Dio nella Bibbia, secondo la quale “salire a Gerusalemme” implicava un pellegrinaggio alla casa di Dio, come destinazione. “The the luogo che Dio ha scelto per far dimorare il suo nome” (Dt 12,11). You lì che Dio è adorato; ed è da lì che Dio insegna al suo popolo le sue vie. You qui che the profeta Isaia profetizzò che tutte le nazioni sarebbero venute per farsi insegnare le vie di Dio e per imparare a camminare sulla sua strada (Is.2:3ff.).
This volta, però, when Gesù salirà a Gerusalemme con i suoi discepoli, la destinazione sarà un altro monte: Golgota, e sarà il luogo in cui Dio rivelerà il suo amore per l’umanità ed effonderà sull’umanità lo Spirito di suo Figlio: lo Spirito del primogenito di molti fratelli, lo Spirito dei figli di Dio, e quindi, della nostra comune fraternità.
In quell’occasione, Gesù dalla croce insegnerà ai suoi seguaci, come dal nuovo Tempio su un’altra collina, le seguenti lezioni:
– la lezione della fede obbediente con cui Gesù ha abbracciato la sua passione e la sua croce.
– la lezione della povertà: la povertà di svuotarsi e di farsi schiavo, per servire e arricchire l’umanità dalla sua povertà (Fil 2,6-8; Mt 20,28; Gv 13,4-12).
– la lezione dell’amore: l’amore del Padre per suo Figlio e per il mondo (Gv.3,16), l’amore di Gesù per suo Padre (Gv.10,17-18), così come il suo amore per i suoi seguaci (Gv.13,1).
– la lezione di preghiera con cui Gesù iniziò la sua agonia nel Getsemani, con cui pregò per i suoi crocifissori e con cui si raccomandò nelle mani del Padre.
– la lezione di speranza nella sua risurrezione, che promette anche al ladro pentito (Lc.23,41-42).
Sotto il titolo “Ecco noi saliamo a Gerusalemme”, quindi, il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2021 raccoglie e organizza lezioni della passione, crocifissione e resurrezione di Gesù in una triade di virtù teologali: fede, speranza e carità, e una triade di esercizi quaresimali: auto-impoverimento (come nel digiuno e nell’astinenza), preghiera e carità/allegria. These due triadi are intrecciate insieme in the formare the message of Papa of quest’anno; e, come si può vedere, sono virtù ed esercizi che Gesù stesso ha vissuto e trasmesso ai suoi seguaci per essere vissuti anche loro: per renderli più simili a Cristo! Con il suo messaggio quaresimale, Papa Francesco ci raccomanda le stesse virtù ed esercizi, che Gesù insegnò ai suoi discepoli, per un nostro cammino quaresimale verso la festa della risurrezione di Gesù a Pasqua 2021.
a) Il nostro messaggio quaresimale di quest’anno inizia con un invito a lasciare che la Parola della Scrittura ci insegni la verità di Gesù: Figlio di Dio, che per amor nostro ha svuotato se stesso per farsi schiavo, per rivelare l’amore del Padre per noi. In vita, noi ci svuotiamo, quando rinunciamo a ciò che ci sta a cuore e a ciò in cui ci identifichiamo al punto da credere che non possiamo vivere senza di essi. This svuotamento you chiama negazione of sé ed è lo spirito del digiuno e di tutte le forme di astinenza. Rinunciamo al tempo di guardare la tv, così possiamo andare in chiesa, o dire un rosario. You solo attraverso l’abnegazione che ci discipliniamo per poter distogliere lo sguardo da noi stessi e riconoscere l’altro, fare i conti con le sue necessità e creare così accesso ai benefici e ai beni per le persone: rispettare la loro dignità e i loro diritti… ecc. Fare spazio all’altro è riconoscere l’esistenza (dignità) dell’altro: come un altro “io”/persona come me, quindi un fratello/sorella tutti figli dell’unico Dio e Padre della nostra confessione… Fede.
b) Nella misura in cui ciò che rinunciamo attraverso l’abnegazione o l’astinenza va a beneficio dell’altro, il nostro digiuno contribuisce a promuovere il bene comune: il conseguente benessere dell’umanità, che al momento dell’abnegazione può essere velato ai nostri occhi, e può essere solo sperato. Sperare è parlare del futuro; e parlare del futuro è parlare di Dio. Radicata nella fede, la speranza genera energia, che stimola l’indice e dà alla volontà tutto il suo dinamismo, ci fa raddoppiare la nostra attività, e non c’è atteggiamento migliore in questi periodi di prova (clima e covid-19). La Quaresima, come periodo per vivere la virtù teologale della speranza, ci dispone a cercare il volto del Dio del nostro futuro nella preghiera. Attraverso la preghiera e la comunione con Dio, traiamo ispirazione e una luce interiore per diventare sognatori e visionari di un futuro migliore: del tempo reso nuovo dalla grazia di Dio e dalla conversione di tutti noi.
c) Quando la speranza (in Dio e nella sua grazia) stimola l’estate e dà alla volontà tutto il suo dinamismo, si manifesta nell’uscire da sé per condividere e promuovere il benessere di tutti: nella carità. Perché è quando l’attività umana è ispirata e sostenuta dall’amore/carità che anticipa il regno di Dio sulla terra. E possiamo ricapitolare qui la visione di tutti gli esercizi quaresimali: Non sarà una semplice ripetizione di Sant’Agostino dire che occorre una spiritualità dell’amore per mostrare l’amore. Il punto di “Fratelli tutti” è che il nostro “amore sociale” e una conseguente “civiltà dell’amore” devono essere radicati ed essere un frutto del nostro amore spirituale (amore di Dio). L’interiorità deve essere ciò che sostiene l’esteriorità. Così, come osserva Papa Francesco (Laudato si’): è la violenza che è nei nostri cuori che si manifestano negli abusi della natura. Di conseguenza, sforziamoci di coltivare in noi l’amore, per poter manifestare “l’amore sociale”. Questo è il nostro progetto quaresimale!… Che Dio ci aiuti in questo!