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Giornata mondiale contro la tratta

Le luci della strada, quella dei fari delle auto che si fermano, accanto alle luci spente del sogno di tante ragazze, partite con la speranza nel cuore e ora costrette all’inferno. Su di loro Papa Francesco ha posato lo sguardo domenica scorsa all’Angelus per ricordare l’odierna Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. “Una ferita profonda, – ha detto – inferta dalla ricerca vergognosa di interessi economici senza alcun rispetto per la persona umana”.

Tante ragazze – le vediamo sulle strade – che non sono libere, sono schiave dei trafficanti, che le mandano a lavorare e, se non portano i soldi, le picchiano. Oggi succede questo nelle nostre città.

La Giornata cade nella memoria di santa Giuseppina Bakhita, simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta, nata nel 1869 in un villaggio del Darfur, nel Sud Sudan, schiava già a 9 anni. Il suo nome “Bakhita”, imposto dai mercanti di schiavi, vuol dire “fortunata” ma è uno schiaffo alla sua dignità. Da quel buco nero fatto di violenza e oltraggio, Bakhita ne esce con l’aiuto di Dio che conosce e incontra in Italia. Diventa suora canossiana e, dopo la morte, la sua storia di liberazione è segno di speranza per tutti.

Uniti in preghiera in un giro del mondo

A partire dalle 9 fino alle 17 ha preso il via online sul sito www.preghieracontrotratta.org una maratona di preghiera che prenderà il via dall’Oceania, l’Asia e il Medio Oriente, per poi passare in Africa, Europa, Sud America e concludersi con il Nord America. Sarà trasmessa in diretta streaming in cinque lingue: francese, inglese, italiano, portoghese, spagnolo. Si susseguiranno testimonianze di religiose e consacrati, ma anche sopravvissute, attivisti, volontari, economiste, imprenditrici da più di 30 Paesi del mondo. L’iniziativa è promossa dalla rete internazionale anti-tratta Talitha Kum, dalle Unioni Internazionali delle Superiore e dei Superiori Generali, in partenariato con la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale, Caritas Internationalis, l’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, il Movimento dei Focolari, il Jesuit Refugee Service e tante altre organizzazioni in tutto il mondo.

Un’ondata di solidarietà

Accompagnare e proteggere le vittime della tratta “spesso invisibili, ma che sono tra le più vulnerabili”. È la raccomandazione del segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, in occasione di questa Giornata nella quale invita ad azioni concrete per contrastare il fenomeno, esortando i governi a tutelare le vittime e a stabilire piani nazionali anti-tratta. Una piaga che coinvolge “uomini, donne e bambini costretti a svolgere lavori forzati o pericolosi, oppure sfruttati sessualmente. Alcuni di loro – afferma il segretario di Caritas Internationalis – vengono presi con la forza, altri vengono inizialmente ingannati, ma tutti sperimentano condizioni terribili”. L’appello è di fermare la tratta affrontando le cause profonde che costringono le persone a fuggire e le espongono al rischio di essere sfruttate: povertà estrema, dovuta anche ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale, conflitti e violenze. Lavorare – è l’altra indicazione – anche per “un’economia inclusiva che permetta alle persone di vivere con dignità nei propri Paesi”.

Fonte: www.vaticannews.va

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