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Guardando voi vedo martiri: Papa Francesco ai sacerdoti a Kaunas

“Guardando voi, vedo dietro di voi tanti martiri. Martiri anonimi, nel senso che neppure sappiamo dove sono stati sepolti. Siete figli di martiri. Questa è la vostra forza”.

Si è rivolto così Papa Francesco ai sacerdoti, ai religiosi e ai seminaristi nella cattedrale dei Santissimi Pietro e Paolo, a Kaunas. Il pontefice nel suo discorso con molte aggiunte a braccio ha chiesto ai presenti di non dimenticare il passato, di custodire il bene fatto da molti, di cui spesso non si sa più nulla. Poi ha esortato a non essere tristi ma innamorato di Dio, evangelizzatori di una Chiesa in uscita. Cuore del discorso del Papa è l’invito ai giovani religiosi a rinunciare al loro ministero piuttosto che vivere nella mediocrità.

“È meglio che prendiate un’altra strada piuttosto che vivere nella mediocrità. Questo per i giovani. Siete ancora in tempo, e la porta è aperta”.

Il Papa ha ricordato pure la tentazione per la seconda generazione di religiosi: non provare più gioia dopo la chiamata, vivere di noia secondo “lo spirito della secolarizzazione”. Nel suo discorso, ha sottolineato che non si è “funzionari di Dio” e che la società del benessere “ci ha resi troppo sazi, pieni di servizi e di beni, e ci ritroviamo appesantiti di tutto”. “E’ necessario pregare e adorare, “coltivare il desiderio di Dio”.

“Se voi non volete essere dei “funzionari”, vi dirò una parola: “vicinanza”. Vicinanza, prossimità. Vicinanza al Tabernacolo, a tu per tu con il Signore. E vicinanza alla gente”.

Nell’omelia della prima Messa, negli altri Paesi Baltici, nel Parco Santakos, Papa Francesco ha chiesto di “guarire la memoria della nostra storia”, per coinvolgersi nella costruzione del presente. E davanti a più di 100mila fedeli ha ricordato la Siberia, le occupazioni e i ghetti di Vilnius e Kaunas. E ha chiesto di rivolgere attenzioni a minoranze etniche disoccupati costretti a emigrare e anziani soli e giovani. Durante l’Angelus, dopo aver ricordato il 75° anniversario della distruzione del Ghetto di Vilnius e l’annientamento di migliaia di ebrei, Francesco ha incoraggiato a farsi ultimi:

Stare là dove nessuno vuole andare, dove non arriva nulla, nella periferia più distante; e servire, creando spazi di incontro con gli ultimi, con gli scartati.

A chiudere la domenica del pontefice, la preghiera in tre luoghi simbolo della memoria per il Paese: il Monumento per le vittime del ghetto, il Museo delle occupazioni e lotte per la libertà e il Monumento alle vittime dell’occupazione sovietica.

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