IL PAPA A PRATO

Il Papa è stato accolto questa mattina a Prato da 30 mila fedeli e da alcuni malati con i quali si è intrattenuto per un saluto all’interno della cattedrale. Al suo fianco, il vescovo Agostinelli. In una città che è laboratorio multiculturale, in cui la comunità cristiana si confronta con un’immigrazione che è risorsa e insieme impegno di integrazione, Papa Francesco ha ricordato i 7 lavoratori cinesi morti due anni fa nel rogo del capannone in cui lavoravano e vivevano, in condizioni di lavoro non degne. Nel suo discorso, il Papa ha avuto parole chiare contro ‘il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità’. Ha invitato i cristiani a farsi prossimo con ‘patti di prossimità’, contro la cultura dello scarto e dell’indifferenza, per una Chiesa in uscita: ‘Ci è chiesto di uscire per avvicinarci agli uomini e alle donne del nostro tempo. Uscire, certo, vuol dire rischiare, ma non c’è fede senza rischio. Una fede che pensa a se stessa e sta chiusa in casa, non è fedele all’invito del Signore, che chiama i suoi a prendere l’iniziativa e a coinvolgersi, senza paura.”
In questi minuti il papa è atterrato allo stadio d’atletica “Luigi Ridolfi”, di fronte allo stadio “Artemio Franchi” all’interno del quale, nel pomeriggio, Francesco celebrerà la Messa.