Il Papa all’Angelus ha espresso dolore per il naufragio di migranti sulle coste calabresi

Questa domenica dopo l’Angelus, di fronte a circa 20 mila persone giunte in Piazza San Pietro nonostante la pioggia, Papa Francesco ha espresso il suo dolore e ha pregato per le vittime del naufragio avvenuto sulle coste calabresi, a largo di Crotone, dove un peschereccio carico di migranti – almeno 150 secondo le autorità, provenienti da Iran, Pakistan e Afghanistan – si è spezzato in due ad un centinaio di metri dalla costa. Molti i bambini tra i deceduti. Decine i corpi recuperati in mare. Oltre 80 i superstiti, numerosi in gravi condizioni. “Prego per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti”, ha affermato dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico. “Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle”.
Oltre alla preghiera del Papa, sul naufragio è intervenuto anche il presidente della Conferenza Episcopale, il cardinale Matteo Zuppi, che ha esortato ad affrontare la questione migranti con responsabilità. “Una tragedia che non lascia indifferenti”, ha detto il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, mentre Francesco all’Angelus ha ricordato le sofferenze che in diverse parti del mondo stanno provocando dolore a migliaia di persone: dalla Terra Santa al Burkina Faso, senza tralasciare l’Ucraina, la Siria e la Turchia.
Durante la catechesi, invece, sulla scia del Vangelo del giorno, il Papa ha esortato ad impegnarsi per combattere il demonio e le sue continue tentazioni: “con il diavolo non si discute! Non si negozia, non si dialoga; non lo si sconfigge trattando con lui, è più forte di noi”. Eppure – ha proseguito – le tentazioni che viviamo quotidianamente sono tante, a cominciare dall’attaccamento alle cose, dalla sfiducia e dalla sete di potere.
Queste – ha precisato – “sono tre tentazioni diffuse e pericolose, che il diavolo usa per dividerci dal Padre e non farci più sentire fratelli e sorelle tra noi, per portarci alla solitudine e alla disperazione”. Cosa fare, dunque, per combatterlo? “Il diavolo lo sconfiggiamo opponendogli con fede la Parola divina”, ha risposto Francesco consigliando di praticare la lettura delle scritture. “Se ho un vizio o una tentazione ricorrente, perché, facendomi aiutare, non cerco un versetto della Parola di Dio che risponda a quel vizio? Poi, quando arriva la tentazione, lo recito, lo prego confidando nella grazia di Cristo”.