LA FESTA: PER LA FAMIGLIA, NON PER IL CONSUMO

Recuperare il tempo della domenica come un momento di festa per la famiglia e non come uno spazio di impulso al consumo. Del senso cristiano della domenica ha parlato oggi all’Udienza generale Papa Francesco che ha ricordato che il Creatore benedisse il settimo giorno e che “ci insegna l’importanza di dedicare un tempo a contemplare e a godere di ciò che nel lavoro è stato ben fatto”.
Questo ci aiuta a leggere in modo diverso l’utilizzo del tempo festivo, momento di stacco temporaneo dalle attività abituali, ma non per questo destinato all’inattività.
“Dunque la festa non è la pigrizia di starsene in poltrona, o l’ebbrezza di una sciocca evasione… No, La festa è anzitutto uno sguardo amorevole e grato sul lavoro ben fatto; festeggiamo un lavoro. Anche voi, novelli sposi, state festeggiando il lavoro di un bel tempo di fidanzamento: e questo è bello! E’ il tempo per guardare i figli, o i nipoti, che stanno crescendo, e pensare: che bello! E’ il tempo per guardare la nostra casa, gli amici che ospitiamo, la comunità che ci circonda, e pensare: che cosa buona!”.
Lo spazio festivo, interrompendo il lavoro professionale, ” ricorda all’uomo e alla donna che sono fatti ad immagine di Dio, il quale non è schiavo del lavoro, ma Signore, e dunque anche noi non dobbiamo mai essere schiavi del lavoro, ma ‘signori’ (…) E invece sappiamo che ci sono milioni di uomini e donne e addirittura bambini schiavi del lavoro! In questo tempo ci sono schiavi! Sono sfruttati, schiavi del lavoro, e questo è contro Dio e contro la dignità della persona umana!”
La domenica, la festa, diventano in particolare occasioni per recuperare la bellezza delle relazioni umane e per vivere atteggiamenti di accoglienza e di fraternità tra le persone: “Il tempo del riposo, soprattutto quello domenicale, è destinato a noi perché possiamo godere di ciò che non si produce e non si consuma, non si compra e non si vende. E invece vediamo che l’ideologia del profitto e del consumo vuole mangiarsi anche la festa: anch’essa a volte viene ridotta a un ‘affare’, a un modo per fare soldi e per spenderli. Ma è per questo che lavoriamo? L’ingordigia del consumare, che comporta lo spreco, è un brutto virus che, tra l’altro, ci fa ritrovare alla fine più stanchi di prima. Nuoce al lavoro vero, e consuma la vita. I ritmi sregolati della festa fanno vittime, spesso giovani”.
La domenica si ha poi un appuntamento speciale nell’incontro con il Signore, con l’Eucarestia: ” allora famiglia e lavoro, gioie e fatiche quotidiane, anche la sofferenza e la morte vengono trasfigurati, conclude Francesco, da Cristo”.