LA MISERICORDIA, IN SIRIA
Man mano che racconta, fa capire il dramma di una guerra che troppe volte passa in secondo piano nelle cronache dei giornali. Perché ormai si combatte da cinque anni e i morti di ogni giorno non si contano più. E l’apertura del Giubileo della Misericordia non ha portato nessuna pausa per i combattimenti. Ad Aleppo, dove ci sono sei cattedrali cattoliche, la Porta Santa è stata aperta nella cattedrale Latina che ha ospitato anche i fedeli di altri riti, perché le altre chiese sono inagibili. A Damasco, il nunzio apostolico Mons. Zenari, che abbiamo raggiunto telefonicamente lunedì per ‘Oltre la cronaca’, ci ha raccontato che domenica è stata una giornata infernale e sono caduti una cinquantina di razzi. Lì il giubileo della Misericordia ha un sapore diverso. Perché le opere di misericordia è da cinque anni che vengono portate avanti, eroicamente, da credenti e non credenti. Come dar da mangiare agli affamati: sono 13 milioni le persone bisognose di aiuti umanitari; come visitare gli ammalati: sono un milione i feriti di questa guerra. Che non può essere dimenticata. Che chiede la nostra preghiera, il nostro ricordo e una solidarietà concreta.