LA VITA E’ UN DONO

Fa riflettere l’ultimo caso, avvenuto a Napoli, riguardante la piccola neonata down lasciata in ospedale da chi l’ha portata in grembo per nove mesi. Dopo l’abbandono da parte della madre biologica (che comunque ha avuto il coraggio di portare avanti la gravidanza e di non abortire!), e dopo il no di ben sette coppie in lista d’attesa per un’adozione, questa bimba di poche settimane rischiava di passare la sua infanzia in una casa famiglia o in un istituto. Grazie alla determinazione di giudici e assistenti sociali del Tribunale per i minorenni di Napoli, Chiara ha trovato una famiglia, o meglio un papà. Nell’elenco degli aspiranti genitori dei Servizi sociali che afferiscono al Tribunale per i minori della capitale partenopea, c’era il nome di un uomo, single che da qualche tempo aveva inoltrato la richiesta di potersi prendere cura di un bimbo. La legge che regola l’adozione, sia nazionale sia internazionale, fa delle eccezioni nel caso si tratti di orfani disabili. E così ricorrendo alle legge 184 del 1983 sulle adozioni speciali, per questo papà single si è aperta la possibilità di diventare genitore della piccola Chiara che, come spiega il presidente Patrizia Esposito, «sarà assegnata in preaffidamento, come vuole la legge: il giudice, prima di giungere a una pronuncia definitiva, dovrà infatti accertare il buon inserimento del neonato nella famiglia adottiva imponendo un periodo di prova in cui si occuperà di monitorare la sua nuova condizione».
Happy end per ora, per la piccola Chiara, ma non si può negare che questo finale abbia anche degli accenti amari. La disabilità, la sindrome di down, trasforma una piccola in una sorta di “scarto” per una società dove il bello e l’efficente prevalgono su tutto. Fanno riflettere anche tutti i “no” ricevuti da giovani coppie pronte ad accogliere un figlio che però non può essere disabile, non può essere “speciale”. Eppure la vita, ogni vita, anche quella della piccola Chiara, è un dono, un dono da accogliere con gratuità, così come dovrebbe essere la maternità e la paternità responsabile. Una genitorialità fatta non solo di buone parole e di buone intenzioni, ma di scelte concrete e coraggiose che permettono di accogliere il proprio figlio, che al di là dei cromosomi, per una mamma è sempre speciale.