L’EUROPA DEI MURI

L’Europa sembra sempre più impreparata ad affrontare la questione dei migranti: uomini e donne che cercano di varcare i confini degli Stati al di là delle restrizioni e dei limiti per cercare per sé e per le loro famiglie un futuro migliore. La cronaca racconta di tragedie quotidiane: in questi giorni le reazioni dei governi di Francia e Inghilterra, che invocano l’intervento dell’UE per una situazione insostenibile: 1700 hanno cercato di passare l’Eurotunnel della Manica, nonostante i controlli messi in atto. Un migrante è morto asfissiato, dopo che ha cercato di arrivare in Spagna dal Marocco, chiuso in una valigia. Situazioni al limite della vita, anzi, strade sicure per la morte, con il sospetto che terroristi e criminali seguano vie ben più sicure di quelle a rischio dei barconi.
In un’Europa in cui tanti Paesi sono stretti dalla crisi economica, la situazione sembra incontrollabile. Eppure le regole servono, per garantire la pacifica convivenza delle persone e per tutelare i diritti dei cittadini. I principi di solidarietà si perdono dinanzi alle necessità dell’economia e l’organizzazione nell’accoglienza dei profughi è insufficiente di fronte a un dramma epocale in corso da più di dieci anni. Di fronte alla mancanza di lavoro di molti Paesi, come l’Italia, cresce l’insofferenza verso l’accoglienza dei migranti e ancora non si vedono risposte strutturate e un piano europeo che sappia gestire un fenomeno di così vasta portata. Nonostante la risposta generosa di molti volontari, organizzazioni e associazioni. C’è da chiedersi: quale soluzione puo’ esserci? Non quella dell’indifferenza e di chi si gira altrove per non affrontare il problema. Quella di costruire muri? I muri, nella storia, hanno portato solo sofferenze e divisioni. Basterà la logica della paura? Quali sforzi sono in atto per esigere dai Paesi di provenienza dei migranti condizioni di stabilità, di sviluppo e di rispetto dei diritti umani per le loro popolazioni?