NO ALLA CULTURA DELLO SCARTO

Migliaia di persone hanno affollato ieri la basilica di San Pietro per il Giubileo delle persone socialmente escluse: poveri, senza fissa dimora, persone messe ai marginI dalla società dello scarto a cui il papa ha espresso tutta la sua vicinanza, invitandoli a perseverare nel bene, a non avere paura di fronte agli sconvolgimenti di ogni epoca e a “porre piena fiducia in Dio che non delude”.
Punto di riferimento, alcune realtà preziose che non passano, diversamente dal potere e dalla ricchezza: ” il Signore e il prossimo”. “Queste due ricchezze – ha detto il papa – non svaniscono! Questi sono i beni più grandi, da amare. Tutto il resto – il cielo, la terra, le cose più belle, anche questa Basilica – passa; ma non dobbiamo escludere dalla vita Dio e gli altri”. E la persona umana deve restare al centro, tanto più quella esclusa e messa al margine, perché è preziosa: “La persona umana, – ha detto papa Francesco – posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perché si preferiscono le cose che passano. E questo è inaccettabile, perché l’uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio. Ed è grave che ci si abitui a questo scarto; bisogna preoccuparsi, quando la coscienza si anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali”.
Il Papa ha ricordato la contraddizione per cui nonostante cresca il progresso, crescono anche le disuguaglianza e ha detto che sono proprio le persone escluse che ci aiutano a sintonizzarci “sulla lunghezza d’onda di Dio” e a “guardare quello che guarda lui” senza voltare lo sguardo altrove.
“E’ voltare la faccia a Dio! È un sintomo di sclerosi spirituale quando l’interesse si concentra sulle cose da produrre, invece che sulle persone da amare”.