Di fronte alla violenza, all’ingiustizia e all’oppressione, la Chiesa non può chiudersi in sé stessa ma deve essere una comunità al servizio degli ultimi. “Continuano a giungere notizie dolorose dal nord-ovest della Siria, in particolare sulle condizioni di tante donne e bambini, della gente costretta a fuggire a causa dell’escalation militare”. così, durante i saluti che seguono la preghiera mariana dell’Angelus di domenica, l'”accorato appello” che papa Francesco ha rivolto “alla comunità internazionale e a tutti gli attori coinvolti” affinché si avvalgano – ha affermato – “degli strumenti diplomatici, del dialogo e dei negoziati, nel rispetto del Diritto Umanitario Internazionale, per salvaguardare la vita e le sorti dei civili”.

Preghiamo – è stato l’invito del Papa – per questa amata e martoriata Siria“. Quindi una Ave Maria ha riunito tutta la piazza San Pietro e idealmente tutti i fedeli nel mondo.
Dall’inizio del Pontificato sono stati oltre una decina gli appelli per la Siria che il Papa ha pronunciato; lo stesso è accaduto nelle udienze generali del mercoledì quando la violenza legata alla cronaca ha scosso le coscienze.