Olimpiadi di Tokyo e Chiesa

Prendono il via oggi le Olimpiadi di Tokyo 2020. Olimpiadi attese, Olimpiadi segno della ripresa, Olimpiadi che però negli ultimi giorni impensieriscono non solo gli organizzatori per l’aumentare dei positivi all’interno delle squadre degli atleti e non solo. C’è però un aspetto delle gare olimpiche non conosciuto da tutti e che scopriamo leggendo l’articolo di Fabio Rocchi, presidente Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, e che compare sul sito della medesima associazione. “E’ dalle Olimpiadi di Seul ’88 – si legge – che la delegazione del CONI viene accompagnata da un cappellano. L’incarico spetta al titolare dell’Ufficio nazionale CEI per la Pastorale dello Sport e Turismo, che per la tornata di Tokyo 2020 è Don Gionatan De Marco. E non è un caso che Sport e Turismo siano seguiti dallo stesso ufficio CEI, perché la Chiesa in Italia è (anche) una sorta di grande società sportiva. Mettiamo per un attimo da parte le migliaia di campi che quotidianamente i nostri giovani e giovanissimi frequentano tra parrocchie, oratori e centri sportivi di matrice religiosa (e già i numeri sarebbero da capogiro).” L’articolo di Rocchi racconta poi che sono davvero numerose all’interno delle case, hotel, residence dell’ospitalità religiosa, le strutture sportive: ben 284 campi di calcetto, 161 campi da calcio, 135 di basket, 263 di volley, 64 campi da tennis, 76 piscine e 72 palestre.
Si scopre così l’offerta di un’accoglienza che invita a mantenere sano anche il corpo. “Nell’immaginario collettivo c’è una Chiesa arroccata solo nella spiritualità –commenta Fabio Rocchi presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana- e non ci siamo accorti nei decenni del suo sforzo per restare al passo coi tempi ed aprire al turismo e in particolare al turismo sportivo“.
Un piccolo tassello positivo per far comprendere a chi ancora non lo sapeva quanto il mondo della Chiesa entra nel tessuto quotidiano, anche nello sport.