Papa Francesco al Regina Coeli: Dio ci chiede, mi ami?

Nonostante le leggera pioggia su Roma, sono numerosi i fedeli presenti a Piazza San Pietro per la recita del Regina Coeli del Papa. Affacciandosi dalla finestra del Palazzo Apostolico, Francesco ha riflettuto sul Vangelo odierno , che racconta la terza apparizione di Gesù Risorto agli Apostoli. Un episodio avvenuto sulle rive del Lago di Galilea e che vede coinvolto, in particolare, Simon Pietro. “Mentre il Risorto si fa attendere – ha sottolineato il Papa – un Pietro sfiduciato propone agli Apostoli di tornare alla vita di prima”, ovvero quella dei pescatori. Ma, dice il Vangelo, «quella notte non presero nulla»”.
“Può succedere anche a noi, per stanchezza, delusione, magari per pigrizia, di scordarci del Signore e di trascurare le grandi scelte che abbiamo fatto, per accontentarci di qualcos’altro. Ad esempio, non si dedica tempo a parlarsi in famiglia, preferendo passatempi personali; si dimentica la preghiera, lasciandosi prendere dai propri bisogni; si trascura la carità, con la scusa delle urgenze quotidiane. Ma, così facendo, ci si ritrova delusi: con le reti vuote, come Pietro”.
“E Gesù cosa fa?”, ha domandato Francesco. Torna sulla riva del lago ed invita i discepoli, come un tempo, a gettare le reti in mare. E ancora una volta queste si riempiono di pesci. “Quando nella vita abbiamo le reti vuote , non è tempo di piangerci addosso, di svagarci, di tornare ai vecchi passatempi. È il tempo di ripartire con Gesù, di trovare il coraggio di ricominciare, di riprendere il largo con lui”.
Il Papa ha poi evidenziato il bisogno di Pietro di questa scossa. “Quando sente Giovanni gridare: «è il Signore» – ha aggiunto – si tuffa in acqua e nuota verso Gesù”. Un gesto di amore, che va oltre il conveniente ed il dovuto, e che dimostra lo slancio ritrovato di Pietro. Allo stesso modo, anche noi oggi siamo chiamati ad uno slancio nuovo nei confronti del Signore, perché per andare incontro a Gesù è necessario sbilanciarsi con coraggio. Avviandosi alla conclusione della sua riflessione, Francesco ha voluto evidenziare la domanda che Gesù, al termine di questo episodio, rivolge per tre volte a Pietro: «Mi ami?». “Il Risorto lo chiede anche a noi oggi: Mi ami? Perché a Pasqua Gesù vuole che anche il nostro cuore risorga; perché la fede non è questione di sapere, ma di amore. Mi ami?, chiede Gesù a te, che hai le reti vuote e hai paura di ricominciare; a te, che non hai il coraggio di tuffarti e hai perso slancio”.
Al termine della preghiera del Regina Coeli, il Papa ha poi ricordato che domenica è iniziato il mese dedicato alla Madre di Dio ed ha inviato tutti i fedeli e tutte le comunità a pregare ogni giorno del mese di maggio il Rosario per la Pace.
Il pensiero di Francesco è rivolto alla città ucraina di Mariupol, “la città di Maria”, barbaramente bombardata e distrutta nelle ultime settimane. “Anche ora, anche da qui, rinnovo la richiesta che siano predisposti corridoi umanitari sicuri per le persone intrappolate nell’acciaieria di quella città. Soffro e piango, pensando alle sofferenze della popolazione ucraina e in particolare ai più deboli, agli anziani e ai bambini. Giungono persino notizie terribili di bambini espulsi e deportati”. Il Pontefice, trovandosi di fronte ad un macabro regresso dell’umanità, si domanda se veramente si stia ricercando la pace e se ci sia davvero la volontà di evitare una continua escalation militare e verbale. “Vi prego, non ci si arrenda alla logica della violenza, alla perversa spirale delle armi. Si imbocchi la via del dialogo e della pace!”
Ricordando la Festa dei Lavoratori, celebrata proprio nella giornata di oggi, il Papa ha voluto esprimere una preghiera per gli operai morti sul lavoro: “una tragedia – ha detto – ancora troppi diffusa”. “Oggi è la festa del lavoro. Che sia stimolo a rinnovare l’impegno perché dovunque e per tutti il lavoro sia dignitoso. E che dal mondo del lavoro venga la volontà di far crescere un’economia di pace. E vorrei ricordare gli operai morti nel lavoro: una tragedia molto diffusa, forse troppo”.
Infine, il Pontefice ha ricordato che il 3 maggio ricorre la Giornata Mondiale della Libertà di stampa, patrocinata dall’UNESCO. “Rendo omaggio ai giornalisti, che pagano di persona per servire questo diritto. L’anno scorso nel mondo 47 sono stati uccisi e più di 350 incarcerati. Un grazie speciale a quanti di loro, con coraggio, ci informano sulle piaghe dell’umanità.”