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Papa Francesco alla Diocesi di Roma: la parrocchia è la casa di tutti, non un club esclusivo

Comunione, partecipazione e missione. Attorno a queste tre parole Papa Francesco ha articolato il suo intervento nell’incontro di stamattina con la diocesi Roma in Aula Paolo VI. Parole che riprendono il tema del Sinodo che si aprirà il prossimo 10 ottobre in Vaticano e che disegna un processo a tappe. La prima, fino ad aprile 2022, riguarda proprio le singole diocesi che sono invitate ad intraprendere un cammino imperniato sull’ascolto.

“Ed è per questo che sono qui”, ha detto il Papa incoraggiando la ‘sua’ diocesi ad avviare con convinzione il cammino sinodale. “Sarebbe una figuraccia – ha aggiunto a braccio – che la diocesi di Roma non si impegnasse in questo”.  Rivolgendosi soprattutto ai sacerdoti e ai vescovi, Francesco ha ricordato che la parrocchia deve essere la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo.

“Mi raccomando – ha proseguito – lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi, che saranno il, 3, 4, 5 per cento, non di più”. L’importante è permettere “a voi stessi di andare incontro e lasciarsi interrogare”: questo secondo Francesco vuol dire camminare assieme, senza alcuna paura di entrare nella dimensione del dialogo confidando nell’azione dello Spirito Santo.

Il Papa ha rimarcato che “il cristianesimo dev’essere sempre umano e umanizzante, riconciliare differenze e distanze trasformandole in familiarità e prossimità”. Uno dei mali della Chiesa – ha osservato ancora – è il clericalismo che allontana il vescovo dalla gente. “In questo modo – ha avvertito – il vescovo diventa un funzionario, non un pastore”.

Altro avvertimento: “in nome di Dio non si può discriminare”. E c’è chi si “ostina a prendere il posto di Dio, pretendendo di modellare la Chiesa sulle proprie convinzioni culturali, storiche, costringendola a frontiere armate, a dogane colpevolizzanti, a spiritualità che bestemmiano la gratuità dell’azione coinvolgente di Dio. Quando la Chiesa è testimone, in parole e fatti, dell’amore incondizionato di Dio, della sua larghezza ospitale, esprime veramente la propria cattolicità”.

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