Papa Francesco alla Messa Crismale: san Giuseppe liberaci dalla brama del possesso
Il rinnovo delle promesse sacerdotali e la benedizione degli oli. Questi i momenti chiave della Messa Crismale che Papa Francesco ha celebrato nella Basilica di San Pietro dando inizio al triduo pasquale. Una preghiera a San Giuseppe ha segnato la conclusione dell’omelia rivolta ai pastori. “Vorrei concludere chiedendo a San Giuseppe, padre castissimo e senza idoli nascosti, che ci liberi da ogni brama di possesso, poiché questa, la brama del possesso, è il terreno fecondo in cui crescono questi idoli”. Il tema degli idoli nascosti è stato il filo rosso dell’omelia. Il Papa ha chiesto ai preti di smascherarli perché è proprio da questo versante che il demonio entra nella vita di ciascuno, in modo abile e diplomatico. “Qualche altra volta ho parlato dei demoni ‘educati’, no? Quelli che Gesù dice che sono peggiori di quello che è stato cacciato via. Ma sono educati: suonano il campanello, entrano e, passo passo, prendono possesso della casa. Dobbiamo stare attenti, questi sono gli idoli nostri”. L’idolo più pericoloso – ha precisato – è la mondanità spirituale, che si nutre di un trionfalismo senza croce: “Un sacerdote mondano non è altro che un pagano clericalizzato”. Ma c’è anche un’altra situazione di pericolo: quando il sacerdote mette al primo posto il pragmatismo dei numeri. “Coloro che hanno questo idolo nascosto si riconoscono per il loro amore alle statistiche, quelle che possono cancellare ogni tratto personale nella discussione e dare la preminenza alla maggioranza, che, in definitiva, diventa il criterio di discernimento, è brutto”. Un terzo atteggiamento poco in linea con lo spirito della Chiesa è l’amore per il funzionalismo, tipico – ha spiegato – di quei religiosi che non si concentrano tanto sul percorso ma sulla tabella di marcia.”Il sacerdote con mentalità funzionalista ha il proprio nutrimento, che è il suo ego”. In tutti i casi – ha concluso il Papa – il rischio è che si consumi uno strappo con il popolo di Dio, lasciando posto alla vanagloria.
