Papa Francesco all’Angelus: il Vangelo riempie la vita

Nella domenica dedicata alla riflessione e alla celebrazione della Parola di Dio, il Papa ne sottolinea il valore: “Gesù è il Messia fatto carne, è l’oggi della Profezia, con il suo messaggio di consolazione e liberazione”. Questo è il cuore della riflessione che Francesco offre ai fedeli in occasione della recita dell’Angelus di questa terza Giornata della Parola di Dio.
Il Pontefice si sofferma sull’oggi, la parola chiave del passo del Vangelo di Luca che natta dell’inizio della predicazione di Gesù nella sinagoga di Nazareth. Al termine della Lettura del passo del Profeta Isaia che annuncia la venuta del Messia: Gesù dice: “Oggi si è compiuta questa Scrittura”. “Soffermiamoci su questo oggi – sottolinea il Papa. È la prima parola della predicazione di Gesù riportata dal Vangelo di Luca. Pronunciata dal Signore, indica un oggi che attraversa ogni epoca e rimane sempre valido. La Parola di Dio sempre è oggi. Incomincia un oggi: quando tu leggi la Parola di Dio, nella tua anima incomincia un oggi, se tu la intendi bene. Oggi. La profezia di Isaia risaliva a secoli prima, ma Gesù, «con la potenza dello Spirito», la rende attuale e, soprattutto, la porta a compimento e indica il modo di ricevere la Parola di Dio: oggi. Non come una storia antica, no: oggi. Oggi parla al tuo cuore.
È dunque Gesù l’oggi della profezia. Ma il Papa parla anche di un oggi di Gesù , che ciò che rende la sua parola viva, e suggerisce ai predicatori e agli annunciatori del Vangelo di non fare ” discorsi ben costruiti, ma incapaci di toccare l’anima”. “Anche tante omelie – lo dico con rispetto, ma con dolore – sono astratte, e invece di svegliare l’anima l’addormentano. Quando i fedeli incominciano a guardare l’orologio – “quando finirà questo?” – addormentano l’anima. La predicazione corre questo rischio: senza l’unzione dello Spirito impoverisce la Parola di Dio, scade nel moralismo e in concetti astratti; presenta il Vangelo con distacco, come se fosse fuori dal tempo, lontano dalla realtà e questa non è la strada. Ma una parola in cui non pulsa la forza dell’oggi non è degna di Gesù e non aiuta la vita della gente. Per questo chi predica, per favore, è il primo a dover sperimentare l’oggi di Gesù, così da poterlo comunicare nell’oggi degli altri.
Riallacciandosi all’omelia della Messa in cui ha istituito lettori e catechisti, anche all’Angelus Francesco si rivolge a quanti portano la Parola di Dio nel mondo, perché pregando “vivano l’oggi di Gesù”. “La Parola di Dio, infatti, è viva ed efficace, ci cambia, entra nelle nostre vicende, illumina il nostro quotidiano, consola e mette ordine. Ricordiamoci: la Parola di Dio trasforma una giornata qualsiasi nell’oggi in cui Dio ci parla”.
L’altro oggi di cui parla il Papa è quella della nostra quotidianità, in cui la Parola di Dio entra. “Se ogni giorno leggiamo una parola del Vangelo – sottolinea – ce ne accorgiamo”. “Con il tempo scopriremo che quelle parole sono fatte apposta per noi, per la nostra vita. Ci aiuteranno ad accogliere ogni giornata con uno sguardo migliore, più sereno, perché, quando il Vangelo entra nell’oggi, lo riempie di Dio”.
Nella Domenica della Parola di Dio, dunque, il Santo Padre guida alla comprensione profonda della forza di essa, ma anche del valore che ha per tutta la Chiesa. “La Parola di Dio è anche il faro che guida il percorso sinodale avviato in tutta la Chiesa. Mentre ci impegniamo ad ascoltarci a vicenda, con attenzione e discernimento – perché non è fare un’inchiesta di opinioni, no: discernere è la parola, lì – ascoltiamo insieme la Parola di Dio e lo Spirito Santo. E la Madonna ci ottenga la costanza per nutrirci ogni giorno del Vangelo”.