Papa Francesco all’Angelus: “In Kazakistan sarà un pellegrinaggio di pace e di dialogo”

Nutrita la partecipazione di fedeli e pellegrini in Piazza San Pietro per l’Angelus di domenica. Il Papa ha chiesto di pregare per il 38° Viaggio Apostolico che compirà in Kazakhstan, dal 13 al 15 settembre prossimi, per partecipare al ‘Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali’ in calendario nella capitale del paese, Nur-Sultan. “Sarà un’occasione – ha detto – per incontrare tanti rappresentanti religiosi e dialogare da fratelli, animati dal comune desiderio di pace, pace di cui il nostro mondo è assetato”. Francesco ha quindi esortato i fedeli ad accompagnarlo con la preghiera in questa pellegrinaggio di dialogo e di pace. Non è poi mancato un ringraziamento a tutti coloro i quali si stanno adoperando per organizzare la visita nel paese: “Vorrei già da ora rivolgere un cordiale saluto ai partecipanti, così come alle Autorità, alle comunità cristiane e all’intera popolazione di quel vastissimo Paese”.
Nel corso dei saluti in lingua italiana, Papa Francesco ha rivolto un pensiero particolare per l’Ucraina invitando tutti a non dimenticare la difficile situazione nel paese dopo oltre sei mesi di guerra. “Continuiamo a pregare per il popolo ucraino, perché il Signore gli doni conforto e speranza. In questi giorni il Cardinale Krajewski, Prefetto del Dicastero per il Servizio della Carità, è in Ucraina per visitare varie comunità e testimoniare concretamente la vicinanza del Papa e della Chiesa”.
Prima di congedarsi, il Santo Padre ha anche ricordato suor Maria de Coppi, la missionaria comboniana uccisa in questi giorni in Mozambico dove ha prestato servizio per quasi 60 anni: “La sua testimonianza dia forza e coraggio ai cristiani e a tutto il popolo mozambicano”.
Precedentemente, Francesco aveva incentrato la sua catechesi domenicale sulla parabole della pecorella smarrita, della moneta perduta e del figliol prodigo. Il Pontefice ha infatti invitato a riflettere sulle nostre relazioni: “io prego per chi non crede, per chi è lontano, per chi è amareggiato? Noi attiriamo i distanti attraverso lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza? Il Padre ci chiede di essere attenti ai figli che più gli mancano”.
Il punto chiave è proprio questo: il Signore è addolorato se noi siamo distanti e aspetta sempre il nostro ritorno. “Il Signore non calcola le perdite e i rischi, ha un cuore di padre e di madre, e soffre per la mancanza dei figli amati. Ma perché soffre se questo figlio è un disgraziato, se ne è andato?. Soffre, soffre”. Ecco, dunque, la richiesta ai fedeli di essere inquieti per la mancanza o la lontananza delle persone. Anche di quelle che sono andate via per inseguire una vita licenziosa. Del resto, ha ricordato il Papa, anche Gesù accoglieva i peccatori. E proprio questo – ha sottolineato – ci rivela l’atteggiamento del Signore: “Dio non esclude nessuno, tutti desidera al suo banchetto, perché tutti ama come figli, tutti, nessuno escluso, tutti”.