Papa Francesco all’Udienza generale: gli anziani sono un dono per l’umanità

All’Udienza generale di questa mattina, Papa Francesco ha proseguito il ciclo di catechesi sulla vecchiaia, incentrando la sua riflessione sul tema Il lieto servizio della fede che si apprende nella gratitudine. Lo spunto è l’episodio della guarigione della suocera di Simone, raccontato nel Vangelo di Marco.
Francesco ha commentato sottolineando come in età avanzata anche una semplice febbre possa essere pericolosa, e per questo, bisogna avere pazienza con il proprio corpo e capire cosa gli si può ancora chiedere. “Da vecchi non possiamo fare lo stesso che facevamo da giovani: il corpo ha un altro ritmo, e dobbiamo ascoltare il corpo e accettare i limiti. Tutti ne abbiamo. Anche io devo andare con il bastone, adesso. La malattia pesa sull’anziano, in modo diverso e nuovo rispetto a quando si è giovani o adulti. È come un colpo duro che si abbatte su un tempo già difficile”.
L’insegnamento evangelico evidenziato dal Papa, sta nel fatto che Gesù non si reca dall’anziana donna da solo, ma lo fa insieme ai discepoli. A testimonianza di come sia la comunità a doversi prendere cura degli anziani, soprattutto in questo periodo di inverno demografico. “Dobbiamo sentire la responsabilità di visitare gli anziani che spesso sono soli e presentarli al Signore con la nostra preghiera. Gesù stesso ci insegnerà come amarli. Una società è veramente accogliente nei confronti della vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e quando si sta spegnendo. La vita è sempre preziosa”.
Guarendo l’anziana, Gesù insegna ai discepoli che “la salvezza si comunica attraverso l’attenzione a quella persona malata”, mentre la donna esprime tutta la sua gratitudine per la tenerezza di Dio verso di lei. Francesco è tornato quindi su un concetto espresso diverse volte: la cultura dello scarto, che tenta di cancellare i vecchi dalla vita sociale, come un fossero un peso. “Questo è un tradimento alla propria umanità, questa è la cosa più brutta, questo è selezionare la vita secondo l’utilità, secondo la giovinezza e non con la vita come è, con la saggezza dei vecchi, con i limiti dei vecchi. I vecchi hanno tanto da darci: c’è la saggezza della vita”.
L’Evangelista Marco prosegue raccontando che l’anziana donna, una volta guarita, si mette al servizio dei discepoli, insegnando loro che “anche da anziani, si può e si deve servire la comunità”. Se le persone in età avanzata “fossero messe al centro dell’attenzione collettiva – ha proseguito il Santo Padre – allora sarebbero incoraggiati ad esercitare il prezioso ministero della gratitudine nei confronti d Dio, che non dimentica nessuno”. “La gratitudine delle persone anziane per i doni ricevuti da Dio nella loro vita, così come ci insegna la suocera di Pietro, restituisce alla comunità la gioia della convivenza, e conferisce alla fede dei discepoli il tratto essenziale della sua destinazione”.
Al termine della catechesi, parlando a braccio nei saluti ai fedeli di lingua italiana, il Papa è tornato ancora una volta a parlare della guerra nell’est Europa, esortando a non lasciare che il dolore per la guerra si raffreddi. “Non dimentichiamo il popolo martoriato dell’Ucraina in guerra. Non abituiamoci a vivere come se la guerra fosse una cosa lontana”. Il pensiero del Santo Padre è come sempre per quanti soffrono, per le donne, i bambini e gli anziani in fuga dal loro paese. L’invito è quello a stare vicino a queste persone attraverso la preghiera e gli aiuti concreti. “Il nostro ricordo, il nostro affetto, la nostra preghiera e il nostro aiuto siano sempre vicino a questo popolo che soffre tanto e che sta portando avanti un vero martirio”.