Papa Francesco all’udienza generale: la Chiesa non sia un ente che impartisce precetti

All’udienza generale il Papa ha proseguito il ciclo di Catechesi sulla lettera di San Paolo ai Galati. In particolare, si è soffermato sulla tentazione di basare la religiosità sull’osservanza di precetti e tradizioni. Una dinamica – ha osservato – che si verifica ancora oggi. “A volte, chi si accosta alla Chiesa ha l’impressione di trovarsi davanti a una fitta mole di comandi e precetti. Ma no questa non è la Chiesa, può essere qualsiasi associazione”.
Il Papa ha messo in guardia anche dai qui cristiani che sono alla ricerca di sicurezze religiose prima che del Dio vivo e vero e che si concentrano su rituali e precetti piuttosto che abbracciare con tutto sé stessi il Dio dell’amore. “Questa è la tentazione dei nuovi fondamentalisti, di coloro ai quali sembra che la strada da percorrere faccia paura e non vanno avanti ma indietro perché si sentono più sicuri: cercano la sicurezza di Dio e non il Dio della sicurezza”.
L’essenza invece è la croce: la morte e la risurrezione del Signore. “È Lui che cambia il cuore: non le nostre opere, ma l’azione dello Spirito Santo in noi! È Lui che guida la Chiesa, e noi siamo chiamati a obbedire alla sua azione, che spazia dove e come vuole”.
Tuttavia, spesso, anche nella Chiesa succede che la burocrazia vince sulla vita dello Spirito che si esprime nei Sacramenti. Quante volte noi stessi, preti o vescovi, facciamo tanta burocrazia per dare un Sacramento, per accogliere la gente, che di conseguenza dice: “No, questo non mi piace”, e se ne va, e non vede in noi, tante volte, la forza dello Spirito che rigenera, che ci fa nuovi.
Questo – ha concluso Papa Francesco – significa annunciare il Vangelo. “Abbiamo dunque la grande responsabilità di annunciare Cristo crocifisso e risorto animati dal soffio dello Spirito d’amore. Perché è solo questo Amore che possiede la forza di attirare e cambiare il cuore dell’uomo”.