Papa Francesco all’Udienza Generale: preghiamo perché finiscano presto le crudeli sofferenze in Ucraina

C’è sempre l’Ucraina nel cuore di Papa Francesco. Oggi l’ennesimo appello in Aula Paolo VI gremita di fedeli per l’udienza generale: “non dimentichiamo la cara e martoriata popolazione Ucraina, pregando affinché possano finire presto le sue crudeli sofferenze”. Parole giunte al termine del tradizionale appuntamento settimanale dopo un riferimento ai Santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, durante i consueti saluti agli sposi novelli: “vi invito a testimoniare ogni giorno il Vangelo, diffondendo attorno a voi il profumo della carità di Cristo, che conquista i cuori al bene”.
Un tema, quest’ultimo, che è stato al centro della catechesi dedicata proprio alla passione per l’evangelizzazione. “evangelizzare – ha affermato subito a braccio – non è dire: ‘Guarda, blablabla’ e niente di più; c’è una passione che ti coinvolge tutto: la mente, il cuore, le mani, andare … tutto, tutta la persona è coinvolta con questo di proclamare il Vangelo”. Annunciare il vangelo significa portare gioia, facendoci dono per gli altri. Tutto – ha spiegato il papa – ruota attorno alla testimonianza. “Non si può evangelizzare soltanto con la mente o soltanto con il cuore o soltanto con le mani. Tutto coinvolge. E, nello stile, l’importante è la testimonianza, come ci vuole Gesù”. Francesco ha ricordato che Gesù ci vuole come pecore in mezzo ai lupi. E soprattutto ci vuole umili. “Ci chiede di essere così, di essere miti e con la voglia di essere innocenti, essere disposti al sacrificio; questo infatti rappresenta l’agnello: mitezza, innocenza, dedizione, tenerezza”. Per la missione serve semplicità, non grandi bagagli. Ancora una volta è Gesù che lo chiede. “Dice – ha proseguito – di non appoggiarsi sulle certezze materiali, di andare nel mondo senza mondanità”. Ciò che invece occorre privilegiare è la dimensione comunitaria: l’annuncio – ha concluso – presuppone il fatto di andare insieme. “La Chiesa apostolica è tutta missionaria e nella missione ritrova la sua unità. Dunque: andare miti e buoni come agnelli, senza mondanità, e andare insieme. Qui sta la chiave dell’annuncio, questa è la chiave del successo dell’evangelizzazione”.