Papa Francesco all’Angelus, non costruire la vita sulla sabbia

All’Angelus domenicale da Piazza San Pietro, Papa Francesco ha ricordato che le cose terrene non sono destinate a durare per sempre, mentre le parole di Dio non passeranno. Il Pontefice apre la sua riflessione citando una frase di Gesù, contenuta nel Vangelo di Marco, che lascia sbigottiti: “Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo”. Francesco sottolinea, però, come il Signore non intenda fare catastrofismo, ma “vuole farci capire che tutto in questo mondo, prima o poi, passa. Anche il sole, la luna e le stelle che formano il firmamento – parola che indica fermezza e stabilità – sono destinati a passare”.
È ciò che non passa, l’orizzonte verso cui dobbiamo tendere. Per questo, Francesco consiglia di immaginare di stare davanti a Gesù quando dobbiamo prendere scelte importanti. E pensandoci al suo cospetto “prendiamo la decisione per l’oggi. Così dobbiamo decidere: sempre guardando l’eternità, guardando Gesù. Non sarà forse la più facile, non sarà forse la più immediata, ma sarà quella buona, quello è sicuro”.
Il Papa poi sottolinea che Gesù stabilisce una netta distinzione tra le cose penultime, cha passano, e le cose ultime, che restano. “Su cosa conviene investire la vita?”, si domanda il Pontefice, “su ciò che è transitorio o sulle parole del Signore che rimangono per sempre?”. È evidente come la risposta sia le parole del Signore, “ma non è facile. Infatti, le cose che cadono sotto i nostri sensi e ci danno subito soddisfazione ci attirano, mentre le parole del Signore, pur belle, vanno oltre l’immediato e richiedono pazienza.”
La tentazione è quella di aggrapparci a ciò che ci sembra più sicuro. “È umano, ma è un inganno – avverte Francesco – perché il cielo e la terra passeranno”, ma non la Parola di Dio. È dunque questo l’invito che ci rivolge il Signore: “non costruire la vita sulla sabbia. Quando si costruisce una casa, si scava in profondità e si mettono solide fondamenta. Solo uno sprovveduto direbbe che sono soldi buttati via per qualcosa che non si vede. Il discepolo fedele, per Gesù, è colui che fonda la vita sulla roccia, che è la sua Parola che non passa”.
Il Papa propone poi un’ultima fondamentale domanda: “Qual è il cuore pulsante della Parola di Dio?”. Nella risposta cita San Paolo nella Lettera ai Corinzi: “La carità non avrà mai fine”. Francesco argomenta la risposta, sottolineando che “chi fa il bene investe per l’eternità. Quando vediamo una persona generosa e servizievole, mite, paziente, che non è invidiosa, non chiacchiera, non si vanta, non si gonfia di orgoglio, non manca di rispetto, questa è una persona che costruisce il Cielo in terra. Magari non avrà visibilità, non farà carriera, non farà notizia sui giornali, eppure quello che fa non andrà perduto. Perché il bene non va mai perduto, il bene rimane per sempre”.
Al termine della preghiera mariana, il Santo Padre ha ricordato poi le grandi sfide che accomunano le persone fragili e le emergenze ambientali, lanciando un appello ai grandi della Terra perché agiscano al più presto. Il Santo Padre ha celebrato la V Giornata Mondiale dei Poveri, nata come un frutto del Giubileo della Misericordia, il cui tema “sono le parole di Gesù: «i poveri sono sempre con voi». Ed è vero, l’umanità progredisce, si sviluppa, ma i poveri sono sempre con noi, sempre ce ne sono, e in loro è presente Cristo”.
Infine, il Papa ha sottolineato come “il grido dei poveri, unito al grido della Terra” sia risuonato anche nel vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico COP26. “Incoraggio quanti hanno responsabilità politiche ed economiche ad agire subito con coraggio e lungimiranza; al tempo stesso invito tutte le persone di buona volontà ad esercitare la cittadinanza attiva per la cura della casa comune”.