Papa Francesco: “bisogna ascoltare il cuore e non dimentico la martoriata Ucraina”

“Oggi stiamo vivendo una guerra mondiale, fermiamoci per favore!”. L’appello di un padre, quasi un grido, quello che il Pontefice ha rivolto oggi ai fedeli presenti a San Pietro in occasione dell’Udienza generale, che è tornata a svolgersi in piazza dopo il mese di agosto. In mezzo ai pellegrini provenienti da tutto il mondo, Francesco ha visto le bandiere con i colori giallo e azzurro: “Non dimentico la martoriata Ucraina. Ci sono delle bandiere”. Ma in realtà è un richiamo alla responsabilità per tutta l’umanità, perché – ha ribadito – la guerra è ormai mondiale. “Di fronte a tutti gli scenari di guerra del nostro tempo, chiedo a ciascuno di essere costruttore di pace e di pregare perché nel mondo si diffondano pensieri e progetti di concordia e di riconciliazione”.
Francesco, ancora una volta, si rivolge a Maria, alla quale già aveva consacrato la Russia e l’Ucraina. Lo ha fatto, invocando la sua protezione e affidandole “le vittime di ogni guerra, di ogni guerra, in modo speciale la cara popolazione ucraina”.
Il Santo Padre ha poi anche ricordato che giovedì 8 settembre si celebra la Festa della Natività della Vergine Maria, che ha sperimentato la tenerezza di Dio come figlia, per poi donarla come madre a Gesù. “Una preghiera particolare per le mamme dei giovani detenuti: perché non venga meno la speranza. Purtroppo nelle carceri sono tante le persone che si tolgono la vita, a volte anche i giovani. L’amore di una madre può preservare da questo pericolo”.
Precedentemente, il Papa aveva proseguito il nuovo ciclo di catechesi – inaugurato mercoledì scorso -dedicato al discernimento, con una meditazione sull’esempio di Sant’Ignazio di Loyola. Francesco ha preso spunto da un episodio decisivo nella vita del fondatore della Compagnia di Gesù: trovatosi in convalescenza, Sant’Ignazio, che era appassionato di racconti cavallereschi, si accostò alla lettura delle vite dei Santi, che suscitarono in lui il desiderio di imitarli, anche se “il mondo cavalleresco continuava ad esercitare il suo fascino su di lui”. “I pensieri del mondo all’inizio sono attraenti, ma poi perdono smalto e lasciano vuoti, scontenti, ti lasciano così, una cosa vuota. I pensieri di Dio, al contrario, suscitano dapprima una certa resistenza – ‘Ma questa cosa noiosa dei santi non andrò a leggere’, ma quando li si accoglie portano una pace sconosciuta, che dura tanto tempo”.
C’è un apparente casualità negli accadimenti della vita – ha sottolineato il Pontefice – e tutto sembra nascere da un banale contrattempo: non c’erano libri di cavalieri, ma solo le vite dei santi. “Dio lavora attraverso eventi non programmabili, quel per caso, ma per caso mi è successo questo, per questo ho incontrato questa persona, per caso ho visto questo film, non era programmato, ma Dio lavora attraverso eventi non programmabili, e anche nei contrattempi”. “Ma c’è una cosa da discernere, come reagisco io di fronte alle cose inattese. Ma io ero tanto tranquillo a casa e ‘pum, pum’, viene la suocera e tu come reagisci con la suocera? È amore o è altra cosa dentro? Fai il discernimento”.
Francesco ha poi ribadito quanto sia importante imparare ad ascoltare il proprio cuore per conoscere cosa succede intorno a noi, per fare giudizio della situazione e poter prendere una decisione. “Noi ascoltiamo la televisione, la radio, il telefonino, siamo maestri dell’ascolto, ma ti domando: tu sai ascoltare il tuo cuore? Tu ti fermi per dire: ‘Ma il mio cuore come sta? È soddisfatto, è triste, cerca qualcosa?’. Per prendere delle decisioni belle occorre ascoltare il proprio cuore”.