Papa Francesco: la preghiera non è una bacchetta magica, ma un dialogo con Dio

Nuova catechesi sulla preghiera all’Udienza Generale che si è svolta nel Cortile di San Damaso. Papa Francesco ha concentrato la sua riflessione sul tema ‘La certezza di essere ascoltati’. “La preghiera – ha detto – non è una bacchetta magica: è un dialogo con il Signore”. E in questo dialogo occorre avere umiltà nel cuore cercando di capire quale possa essere l’orientamento di Dio sulla questione, senza reclamare in continuazione nel tentativo di indirizzare gli avvenimenti secondo il nostro disegno.

Il Pontefice ha avvertito che può esserci il rischio di pregare per motivi sbagliati. E sono pochi – ha aggiunto  – quelli che si preoccupano di verificare se loro sono effettivamente con Dio, mentre è facile scrivere su uno stendardo ‘Dio è con noi’.  Un altro aspetto è la “contestazione radicale”, tipica di chi prega senza vedersi all’apparenza esaudito.

Francesco ha osservato che a volte sembra che Dio non risponda alle nostre preghiere. Tuttavia, serve pazienza perché – ha sottolineato – “il tempo di Dio non è il nostro tempo”. E serve anche speranza nella certezza che alla fine c’è la risurrezione e che il male non  trionferà, sebbene possa provocare tanta sofferenza e tanta angoscia in alcuni momenti. “Il male – ha proseguito – mai è signore dell’ultimo giorno: Dio è il Signore dell’ultimo giorno. Perché quello appartiene solo a Dio, ed è il giorno in cui si compiranno tutti gli aneliti umani di salvezza”.

Al termine dell’udienza, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, Francesco ha ricordato la figura di San Filippo Neri e si è intrattenuto con diversi pellegrini presenti. Tra di loro anche una donna polacca sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti dove è stata rinchiusa all’età di tre anni. Il Papa, dopo aver scambiato qualche parola, ha baciato il tatuaggio con il numero impresso sul suo braccio.