Papa Francesco all’Udienza generale: “Benedetto XVI è stato un grande maestro di catechesi”

Una grande onda di fedeli e pellegrini continua a recarsi in San Pietro per un ultimo saluto a Benedetto XVI, venuto a mancare nell’ultimo giorno del 2022. Sono oltre 150mila le persone che in questi primi due giorni e mezzo hanno sostato in preghiera di fronte al Papa emerito, il cui feretro è stato esposto all’interno della Basilica Vaticana nei pressi del Baldacchino del Bernini.
Francesco, nella prima Udienza generale del 2023, ha voluto iniziare la sua riflessione invitando tutti i presenti ad unirsi in preghiera a quanti stanno rendendo omaggio al Pontefice originario della Germania: “Vorrei che ci unissimo a quanti, qui accanto, stanno rendendo omaggio a Benedetto XVI e rivolgere il mio pensiero a lui, che è stato un grande maestro di catechesi. Il suo pensiero acuto e garbato non è stato autoreferenziale, ma ecclesiale, perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù. Gesù, il Crocifisso risorto, il Vivente e il Signore, è stata la meta a cui Papa Benedetto ci ha condotto, prendendoci per mano. I aiuti a riscoprire in Cristo la gioia di credere e la speranza di vivere”.
Sarà lo stesso Francesco a presiedere la Santa Messa esequiale nella mattinata di giovedì 5 gennaio; un momento che sarà trasmesso in diretta anche su Telepace a partire dalle ore 08:40. Celebreranno insieme al Pontefice e al cardinale decano Giovanni Battista Re, oltre 120 cardinali, più di 400 vescovi e quasi 4000 sacerdoti, mentre in piazza sono attesi circa 60mila fedeli.
Nel corso dell’Udienza in Aula Paolo VI, il Papa ha concluso il ciclo di catechesi sul Discernimento, incentrando quest’ultima riflessione sul tema delll’Accompagmento spirituale, “importante – ha specificato – anzitutto per la conoscenza di sé, che abbiamo visto essere una condizione indispensabile del discernimento”.
Il Papa è entrato nel tema, sottolineando come “guardarsi allo specchio da soli non sempre aiuti, perché gli altri possono dire una verità che noi non vediamo”; e ha poi osservato l’importanza di farsi conoscere nelle proprie fragilità. “In realtà, è la nostra vera ricchezza, noi siamo ricchi in fragilità, la vera ricchezza che dobbiamo imparare a rispettare e ad accogliere, perché, quando viene offerta a Dio, ci rende capaci di tenerezza, di misericordia, di amore”.
L’accompagnamento spirituale – ha dunque evidenziato il Pontefice – non significa che “colui o colei che accompagnano si sostituiscano al Signore”, ne che “facciano il lavoro al posto della persona accompagnata, ma camminino al suo fianco”, incoraggiandola a leggere il proprio cuore. “C’è un detto della saggezza africana […] che dice: se vuoi arrivare di fretta vai da solo, mentre se vuoi arrivare sicuro vai con gli altri”.
“L’esperienza della figliolanza e della fratellanza sono due elementi fondamentali per un accompagnamento fruttuoso” – ha spiegato Francesco – perché “scopriamo di essere figli di Dio nel momento in cui ci scopriamo fratelli, figli dello stesso padre. Per questo è indispensabile essere inseriti in una comunità in cammino”.
Il Papa ha quindi concluso la sua catechesi richiamando la figura della Vergine Maria, una maestra del discernimento, che “parla poco, ascolta molto e custodisce nel cuore” (cfr. Lc 2,19). Il Santo Padre ha richiamato un passo del Vangelo di Giovanni, in cui Maria pronuncia una brevissima frase che è una consegna per i cristiani di tutti i tempi: “Fate quello che vi dirà” (cfr. 2,5). “Una volta una vecchietta molto buona e pia, che non aveva studiato teologia, mi ha detto: lei sa qual è il gesto che sempre fa la Madonna? E non so, dico io… ti chiama? No. Il gesto che fa la madonna è segnalare Gesù. La Madonna non prende niente per sé, ma segnala Gesù”.