Papa Francesco all’Udienza generale: “Il dialogo è ossigeno di pace”

All’Udienza generale di questa mattina da Piazza San Pietro, Papa Francesco ha incentrato la sua riflessione sul 39° Viaggio Apostolico in Bahrain, conclusosi domenica 6 novembre. “Viene spontaneo chiedersi: perché il Papa ha voluto visitare questo piccolo Paese a grandissima maggioranza islamica? Ci sono tanti Paesi cristiani: perché non va prima da uno o dall’altro?”.
Dialogo, incontro e cammino. Sono le tre parole scelte dal Pontefice per rispondere a questa domanda. In particolare, Francesco ha sottolineato l’importanza del dialogo, che “serve a riscoprire la ricchezza di chi appartiene ad altre genti, ad altre tradizioni, ad altri credo. Il Bahrain, un arcipelago formato da tante isole, ci ha aiutato a capire che non si deve vivere isolandosi, ma avvicinandosi”. “Lo esige la causa della pace, e il dialogo è ‘l’ossigeno della pace’. Non dimenticatevi di questo: il dialogo è l’ossigeno della pace”.
“Non può però esserci dialogo senza incontro”, ha detto il Papa, che ha poi evidenziato come nel corso di questo viaggio abbia più volte sentito emergere il desiderio che tra cristiani e mussulmani gli incontri aumentino e si stringano rapporti più saldi. “In Bahrain, come si usa in oriente – le persone si portano la mano al cuore quando salutano qualcuno. L’ho fatto anche io, per fare spazio dentro di me a chi incontravo. Perché, senza accoglienza, il dialogo resta vuoto, apparente, rimane questione di idee e non di realtà”.
Infine, il Santo Padre ha proseguito la sua riflessione parlando del cammino. “Questo viaggio – ha sottolineato – non va visto come un episodio isolato, ma come un nuovo passo del percorso tra cristiani e mussulmani, iniziato da San Giovanni Paolo II con il suo viaggio in Marocco”. Così, la prima visita di un Papa in Bahrain “ha rappresentato un nuovo passo in questo cammino, non per confonderci o annacquare la fede”, “ma per costruire alleanze fraterne nel nome del padre Abramo”.
Concludendo il suo discorso, il Papa ha voluto trasmettere ai fedeli presenti in piazza la gioia semplice e genuina della Chiesa bahreinita – composta da migranti, filippini, indiani e altre parti – che si radunano e si sostengono nella fede. “Pensando al loro cammino, alla loro esperienza quotidiana di dialogo, sentiamoci tutti chiamati a dilatare gli orizzonti, per favore, cuori dilatata, non cuori chiusi, duri”.
Precedentemente, Francesco aveva voluto parlare a braccio dei due bambini che, durante la lettura del Vangelo, sono arrivati fino al palco di Piazza San Pietro. Lì lo hanno salutato, prima di accomodarsi seduti ai piedi della sedia occupata dal Papa. “Vorrei attirare l’attenzione su questi due ragazzi che sono venuti qui. Loro non hanno chiesto permesso, loro non hanno detto ‘Ah, ho paura’: sono venuti direttamente. Così noi dobbiamo essere con Dio: direttamente. Ci hanno dato esempio di come dobbiamo comportarci con Dio, con il Signore: andare avanti. Francesco ha quindi sottolineato come i due bambini abbiamo mostrato il modo di relazionarsi con Dio: “Lui ci aspetta sempre. Mi ha fatto bene vedere la fiducia di questi due bambini: è stato un esempio per tutti noi. Così dobbiamo avvicinarci sempre al Signore: con libertà”.