QUANDO LA VITA FA PAURA

La legge 194 non si tocca. Lo dimostra la risonanza nazionale che sta ottenendo il dibattito politico in corso a Verona su due mozioni presentate in Consiglio Comunale a sostegno della vita nascente e delle donne con maternità difficile. Lette, da una parte politica, come un attacco al ‘diritto di abortire’. Si chiedeva che Verona divenisse una città ‘della vita’, con la promozione di progetti che sostengono nel concreto le donne. Si è scatenata una levata di scudi per dire che, in una società dove tutti possono esprimere la propria opinione, su questo non puo’ esserci un’opinione diversa. Non si puo’ dire, ad esempio, che oltre alla vita della mamma c’è quella del bambino che deve nascere, non si puo’ parlare di tutta la solitudine che vivono le donne, e del dramma di quelle che hanno conseguenze psicologiche molto pesanti dopo un aborto. Una società che è più solidale con gli animali che con i piccoli di uomo, ha qualcosa che non funziona. Così come una società in cui tutto si puo’ tollerare, ma non una posizione diversa su certe cose. Allora scatta la ‘gentile’ accusa di oscurantismo che, in questo caso sì, si puo’ dire. Di fatto, in una gravidanza ci sono due esseri umani. E allora il sì alla vita vuol dire che servono più fatti e più solidarietà. Ma non solo a parole.