RAMMENDARE GLI STRAPPI, SANARE LE FERITE
Ieri, nell’ultima giornata di Francesco in Irlanda, dal santuario mariano di Knock, il Papa ha voluto affidare a Maria «tutte le vittime di abusi da parte di membri della Chiesa in Irlanda» e ha implorato il «perdono del Signore» per il dramma dei minori per i quali «nessuno può esimersi dal commuoversi» e per le storie di quanti «sono stati derubati dell’innocenza, o allontanati dalle mamme e abbandonati allo sfregio di dolorosi ricordi». Accanto a questa piaga così dolorosa che ha conquistato le pagine di tutti i giornali, il Congresso Mondiale della Famiglie è stato anche un incontro di grande speranza, con testimonianze di fede da tutto il mondo, dove la preghiera e la fedeltà hanno saputo sanare anche le ferite più drammatiche. A descriverci ogni giorno questi incontri di speranza sono state tre coppie veronesi, accompagnate da don Alessandro Martini: Elisabetta e Alberto, Elena e Paolo, Adriana e Vito. Tra gli incontri, anche quello con il card. Zenari, nunzio apostolico in Siria. Ecco un breve racconto delle ultime giornate:
“Poi bella è stata anche l’ esperienza della sessione su unità cristiana, dove una coppia di mistero grande ha spiegato, anche attraverso un video, in cosa consistono le cfe (comunità di evangelizzazione ) e come si è radicato in Italia… e poi una coppia anglicana ha raccontato come, dopo essere venuti a conoscenza di questa realtà hanno anche loro proposto le comunità di evangelizzazione nelle loro case per la loro comunità anglicana!
E a fermarci ci ha aiutato anche il cardinale Zenari che ci ha offerto la sua testimonianza sulle famiglie siriane… Tanta emozione, tanta vita concreta! SOLO SILENZIO E PREGHIERA!” al termine della mail, tre volte ripetutamente: “Rammendiamo, rammendiamo, rammendiamo”. L’amore delle famiglie, unito alla preghiera, puo’ dare vita nuova a chi soffre le ferite più profonde. E colpire la famiglia, vuol dire creare delle crepe profonde in tutta la società. La testimonianza d’amore che possono dare è una fonte di speranza per tutti coloro che ci stanno accanto.
