Ripartire dai poveri

Nell’omelia della messa di chiusura del Sinodo per l’Amazzonia, ieri Papa Francesco ha ricordato come il vero cristiano non debba fare della fede una religione ‘dell’io’, ma debba mettere al centro il mandato di ‘amare Dio e il prossimo’, agendo secondo l’amore, mentre, ricorda Francesco, ‘…tanti gruppi illustri di cristiani, cattolici, vanno su questa strada (quella dell’io ndr)’
Con questa prospettiva, ci sono cristiani che perdono la dimensione profonda della Chiesa allontanandosi dai poveri e dagli ‘scarti’ con la mentalità di chi ‘innalza muri per aumentare le distanze, rendendo gli altri ancora più scarti. Oppure, ritenendoli arretrati e di poco valore, ne disprezza le tradizioni, ne cancella le storie, ne occupa i territori, ne usurpa i beni’.
‘Quante presunte superiorità, che si tramutano in oppressioni e sfruttamenti, anche oggi! L’abbiamo visto al Sinodo, quando parlavamo dello sfruttamento del Creato, della gente, degli abitanti dell’Amazzonia, della tratta delle persone, del commercio delle persone!
In questo Sinodo abbiamo avuto la grazia di ascoltare le voci dei poveri e di riflettere sulla precarietà delle loro vite, minacciate da modelli di sviluppo predatori. Eppure, proprio in questa situazione, molti ci hanno testimoniato che è possibile guardare la realtà in modo diverso, accogliendola a mani aperte come un dono, abitando il creato non come mezzo da sfruttare ma come casa da custodire, confidando in Dio’.